Benvenuto sulla Route 66

Il simbolo stesso del viaggio, dell’avventura, il mito di tutti i motociclisti del mondo...

La Route 66 è libertà di viaggiare attraverso spazi sterminati, non importa per arrivare dove,

ma certi di aver sempre qualcosa di nuovo da scoprire, curva dopo curva...

Route 66

La United States Route 66 o Route 66 è una highway (strada a carattere nazionale) statunitense. È una delle prime highway federali; fu aperta l'11 novembre 1926, anche se fino all'anno seguente non furono installati tutti i cartelli indicatori. Originariamente collegava Chicago alla spiaggia di Santa Monica attraverso gli stati Illinois, Missouri, Kansas, Oklahoma, Texas, Nuovo Messico, Arizona e California. La distanza complessiva era di 3.755 km (2.347 miglia).

La Route 66 fu una strada usata per la migrazione verso Ovest, specialmente durante il dust bowl, e supportò l'economia delle comunità attraverso le quali passava. Le popolazioni prosperarono per la crescente popolarità della strada, ed alcune di queste combatterono per tenere in vita la strada dopo la nascita del nuovo Interstate Highway System.

La US Route 66 fu ufficialmente rimossa dal sistema delle highway nel 1985, quando assieme alle altre fu rimpiazzata dallo Interstate Highway System. La strada esiste attualmente con il nome di "Historic Route 66". È così tornata sulle mappe in questa veste.

 

Storia della highway

 

Nascita e crescita della Route 66

Patrocinata da Cyrus Avery, nativo dell'Oklahoma, nel 1923 quando si cominciò a parlare di un sistema di strade nazionali, la US 66 fu aperta al traffico nel 1926, ma la pavimentazione fu completata solo nel 1938. Avery voleva fortemente che questa strada avesse un numero pari e propose il numero 60. Nacque una polemica per l'assegnazione del 60, principalmente dai rappresentanti del Kentucky che volevano che la strada fra Virginia Beach e Los Angeles portasse questo numero e che la 62 collegasse Chicago a Springfield (Missouri). Argomentazioni e contro-argomentazioni si scontrarono fino a quando non venne presa la decisione finale di chiamare US 60 la strada fra Virginia Beach e Springfield (Missouri) e che la US 62 quella che collegava Chicago a Los Angeles. Fu così che Avery scelse il "66" (che era rimasto inutilizzato) perché pensò che la ripetizione del numero fosse facile da ricordare e piacevole da dire ed ascoltare.

Quando il sistema federale fu creato ufficialmente, Avery si adoperò per la creazione di un'associazione per la promozione della US 66 al fine sia di completare la pavimentazione da un'estremità all'altra che di promuovere i viaggi su questo percorso. Nel 1927 l'associazione venne creata con base a Tulsa, (Oklahoma) con John T. Woodruff (di Springfield, Missouri) come presidente. Nel 1928 l'associazione fece la prima azione di propaganda della strada con il "Bunion Derby", una gara podistica fra Los Angeles e New York. Era previsto che il percorso fra Los Angeles e Chicago fosse fatto sulla Route 66. La pubblicità fece il suo lavoro e molti personaggi celebri fra cui Will Rogers, salutarono i partecipanti in punti prestabiliti. L'associazione continuò il suo servizio di promozione fino a quando venne sciolta nel 1976.

Il traffico crebbe anche a causa delle zone attraversate. Larga parte del tracciato era pianeggiante e ciò la fece preferire dai guidatori di mezzi pesanti. Il Dust Bowl deglianni trenta vide molte famiglie rurali, principalmente dall'Oklahoma, Kansas e Texas, prendere la strada per cercare nuove opportunità ad ovest. La Route 66 divenne il percorso preferito da queste persone, spesso denigratoriamente chiamate Okies. Durante la Grande depressione, dette un minimo reddito alle popolazioni che vivevano lungo il percorso. La strada passava dentro molti piccoli paesi, ed il traffico crescente, aiutava a creare quelle piccolissime imprese familiari (mom-and-pop) fra cui stazioni di servizio, ristoranti e riparatori d'auto lungo tutto il percorso.

Come tutte le altre highways anche la 66 aveva il fondo in terra battuta. Grazie agli sforzi dell'Associazione della Route 66, divenne la prima completamente asfaltata nel1938. Molti erano i punti pericolosi così che alcuni tratti la fecero conoscere come Bloody 66 (66 maledetta), ma subito vennero avviati lavori per migliorare la sicurezza e togliere le curve più pericolose. Un tratto (attraverso le Black Mountains in Arizona) era costellato di tornanti e considerato così pericoloso che i primi viaggiatori, troppo spaventati alla prospettiva di guidare da soli su di una strada così pericolosa, spesso ingaggiavano piloti locali esperti del tracciato. Questo tratto rimase così fino al 1953 e nonostante questo pericoloso tratto la Route 66 rimase molto popolare.

Durante la seconda guerra mondiale, la Route 66 vide il passaggio dei molti che si recavano verso le industrie di materiale bellico in California. Route 66 completamente asfaltata, già famosa divenne una delle strade più trafficate e servì anche per spostare materiale militare. Nei pressi diFort Leonard Wood nel Missouri, posizionato vicino alla highway venne costruita una vera autostrada con corsie separate per aiutare a smaltire l'intenso traffico.

Negli anni cinquanta, la Route 66 divenne la strada preferita da chi si spostava verso Los Angeles per vacanza. La strada passa attraverso il Painted Desert (Deserto dipinto) in Arizona e nei pressi del Grand Canyon. Meteor Crater, il celebre cratere meteoritico dell'Arizona era una delle altre attrazioni che punteggiavano il viaggio. L'aumento vertiginoso del turismo dette l'impulso alla nascita di molte attrazioni commerciali lungo tutto il tracciato: si va dai motel a forma di tepee (la capanna indiana), negozi a forma di budino, negozi che vendono cianfrusaglie pellirosse e fattorie specializzate nell'allevamento di rettili. Il locale Meramec Caverns vicino a San Louis iniziò a fare pubblicità proclamandosi come il nascondiglio di Jesse James. Un ristorante The Big Texan pubblicizzava che avrebbe regalato una cena con bistecca da 2 kg (72 once) a chiunque fosse riuscito a mangiarla completamente in un'ora. È sulla 66 che è stato anche inventata l'industria del fast-food con il Red Giant Hamburgs a Springfield (Missouri) , che fu il primo drive-in, ed il primo McDonald's a San Bernardino. Cambiamenti come questi al paesaggio hanno cementato la reputazione della 66 come un esempio quasi perfetto del microcosmo culturale dell'America, adesso strettamente legato all'automobile.

 

Cambiamenti nei percorsi

Quattro pezzi principali della 66 ebbero dei cambiamenti di percorso già durante gli anni trenta.

Nel 1930, fra Springfield e San Louis East la Route 66 fu spostata a est più o meno dove adesso è la I-55. La posizione scelta inizialmente segue l'attuale Illinois State Route 4.

Dal centro di San Louis a Gray Summit (Missouri) la 66 seguiva Market Street e Manchester Road (adesso Missouri State Highway 100). Nel 1932 questo percorso venne cambiato, quello originale era stato considerato solo provvisorio. Il percorso prescelto doveva essere lungo Watson Road (adesso Missouri State Highway 366), ma Watson Road non era ancora completata.

Da ovest di El Reno (Oklahoma) fino a Bridgeport (Oklahoma), la Route 66 girava a nord verso Calumet (Oklahoma) e poi a ovest verso Geary (Oklahoma). Nel 1933venne approntata una bretella da ovest di El Reno direttamente ad un miglio a sud di Bridgeport scavalcando il fiume South Canadian con un ponte in acciaio di 38 campate e deviando da Calumet e Geary per diverse miglia.

Da ovest di Santa Rosa (Nuovo Messico) fino a nord di Los Lunas (Nuovo Messico) la strada originariamente voltava a nord da quella che adesso la I-40 lungo il percorso della odierna US 84 fino vicino Las Vegas (Nuovo Messico), poi seguendo più o meno la I-25 attraverso Santa Fe e Albuquerque fino a Los Lunas e poi girava a nord-ovest lungo la moderna State Highway 6 fino ad un punto vicino Laguna. Nel 1937 fu completato un tracciato più rettilineo da ovest di Santa Rosa attraverso Moriarity e da est verso ovest attraverso Albuquerque fino ad ovest di Laguna. Questo nuovo tracciato risparmiava ai viaggiatori più di quattro ore di viaggio attraverso il Nuovo Messico.

Oltre a questi, la 66 è stata deviata intorno a grandi città per permettere ai viaggiatori di evitare la congestione dei centri abitati. Alcune di queste città sono: Springfield (Illinois), San Louis (Missouri), Sprinfield (Missouri), Joplin (Missouri) e Oklahoma City (Oklahoma).

 

Declino

L'inizio della fine della Route 66 fu nel 1956 quando il Presidente Dwight Eisenhower firmò il Federal-Aid Highway Act (Atto per l'aiuto federale per le autostrade). Eisenhower era stato generale durante la seconda guerra mondiale ed aveva combattuto in Germania ed era stato impressionato dalle autostrade tedesche (leautobahn). Un sistema che permetteva trasferimenti ad alta velocità. Ritenne che si potesse applicare un sistema simile anche negli Stati Uniti che permettesse di spostarsi da uno stato all'altro senza fermarsi e permettere anche di spostare rapidamente truppe in caso di emergenza nazionale.

Durante i suoi quasi 60 anni di vita, la Route 66 fu in costante mutamento. Come l'ingegneria delle costruzioni civili è progredita e sono aumentate le necessità di trasporto, gli ingegneri hanno costantemente studiato soluzioni per realizzare collegamenti sempre più diretti fra città e paesi. L'aumento del traffico portò ad un costante miglioramento della 66, in particolare l'Illinois subito dopo la guerra iniziò ad allargare la strada portandola a quattro corsie praticamente su tutto il territorio dello stato da Chicago fino al fiume Mississippi appena ad est di San Louis e vennero realizzate circonvallazioni di tutte le città e paesi. Nella prima metà degli anni cinquanta anche lo stato del Missouri portò il tratto 66 che la attraversa a quattro corsie e completò tutte le circonvallazioni. Larga parte delle sezioni realizzate a quattro corsie poi vennero integrate nel sistema delle Interstate negli anni che seguirono.

Nel 1953 la maggiore modifica fu la realizzazione del Turner Turnpike in Oklahoma fra Tulsa e Oklahoma City. Questo tratto a pagamento di 144 km (88 miglia) corre parallelo alla US 66 per la sua intera lunghezza ed evita tutti i centri abitati. Nel 1957 questo tratto fu collegato con il nuovo Will Rogers Turnpike. Questa sezione collega Tulsa a Oklahoma (Missouri) passa ad ovest di Joplinn (Missouri) ancora parallela alla 66 scavalcando le città del nord-est dell'Oklahoma come l'intero stato del Kansas. Entrambe le Turnpike furono presto integrate nel progetto delle Interstate con il nome I-44 assieme al tratto di 66 che circonda Tulsa.

Originariamente era previsto che l'ultima parte della US 66 dovesse essere sostituita da interstate nel Texas, ma come succede molte volte ci furono ricorsi contro la costruzione di nuove autostrade. L'associazione della Route 66 si pose come portavoce di coloro che temevano di vedere una diminuzione dei propri affari con la costruzione delle nuove autostrade. Infatti dato che l'accesso alle interstateavviene con rampe ed interconnessioni, i viaggiatori non hanno la possibilità di entrare in contatto con le attività commerciali direttamente. Inizialmente era previsto di permettere, almeno alle catene commerciali più importanti, di avere spazi commerciali. Con una serie di ricorsi legali questo fu impedito a parte sulle strade a pagamento. Alcune città del Missouri minacciarono azioni legali, mai portate avanti, se l'amministrazione avesse rimosso i cartelli stradali indicanti il percorso. Alcune attività erano ben conosciute per il fatto di essere sulla 66 e venne allora avanzata la richiesta di chiamare Interstate 66 il tratto fra San Louis e Oklahoma City, ma anche questa richiesta venne respinta. Nel 1984 anche il tratto attraversante l'Arizona venne cancellato dalle mappe con il completamento della Interstate 40attraverso Williams (Arizona). Alla fine con la decertificazione da parte della American Association of State Highway an Transport, l'anno seguente la US Highway 66 cessò ufficialmente di esistere.

Con la cancellazione della US 66, non venne creata una sostituta unica. La I-55 ricalca il tratto fra Chicago e San Louis; la I-44 fino a Oklahoma City; la I-40 ne ha preso il tratto più lungo prendendo il posto della 66 fino a Barstow (California); la I-15 porta fino a San Bernardino ed infine la I-10 porta i viaggiatori attraverso l'area metropolitana di Los Angeles fino a Santa Monica.

 

Dopo la cancellazione

Quando la highway venne dismessa, i vari tronchi della strada vennero trattati in modi molto diversi. Per molte città divenne un collegamento commerciale con le interstate. Alcuni tratti diventarono strade statali, locali, private od addirittura abbandonate. Più dell'ottanta percento del tracciato originale e delle varie modifiche possono essere percorsi ancor oggi con un'attenta pianificazione. Alcuni tronchi sono ancora ben conservati, incluso quello fra Springfield (Missouri) e Tulsa.

Alcuni stati hanno tenuto la designazione 66 per parte della highway come strada dello stato. Le Highway 366, 266 e 66 dello stato del Missouri sono tratti originali della 66. La Oklahoma State Highway 66 rimane un percorso gratuito vicino alle Turnpike. Un lungo tratto in Arizona chiamato Arizona State Highway 66 collega Seligman a Kingman. Un pezzo della strada che collega San Bernardino a La Verne, conosciuta come Foothill Boulevard nella parte orientale di Los Angeles ha preso il nome di California State Highway 66. Molte strade delle varie contee e strade cittadine continuano ad assumere il nome di 66.

 

Revival

Nel 1990 vennero fondate due associazioni per la Route 66 in Arizona e Missouri ed altre ne nacquero di lì a poco. Lo stesso anno lo Stato del Missouri dichiarò la Route 66 come Strada di interesse storico. Il primo cartello indicante Historic Route 66 venne installato a Kearnery Street all'incrocio con Glenstone Avenue a Springfiled (Missouri) (adesso è stato rimpiazzato ed è stato spostato vicino Eureka (Missouri). Altri cartelli, a volte sporadicamente, segnano l'intero tracciato. Una sezione della strada in Arizona è stata registrata nel National Register of Historic Places (Registro nazionale dei luoghi di interesse storico); la Arroyo Seco Parkway nell'area metropolitana di Los Angeles e Route 66 nel Nuovo Messico sono stati segnalati nel National Scenic Byways (Strade secondarie di interesse paesaggistico); nel 2005 lo Stato del Missouri ha dichiarato la strada State scenic byway per tutto il tratto che gli compete. Nelle città di Rancho Cucamonga, Rialto e San Bernardino (tutte in California) sono stati installati cartelli della US-66 lungo il Foothill Boulevard.

 Fonte testo: Wikipedia

La Route 66 inizia nel centro di Chicago Illinois e termina sul molo di Santa Monica a Los Angeles dopo oltre 4.000 km attraverso otto stati e tre fusi orari.
Si parte dal centro di Chicago e si arriva sul molo di Santa Monica, questo è il modo giusto di affrontare la Route 66... dal freddo e dalle nebbie dei Grandi Laghi verso il sole della California.

Illinois
Illinois
Missouri
Missouri
Kansas
Kansas
Oklahoma
Oklahoma

Illinois
Missouri
Kansas
Oklahoma

Texas
Texas
New Mexico
New Mexico
Arizona
Arizona
California
California

Texas
New Mexico
Arizona
California

La Route 66 e' in un certo senso rinata e dal 1994 è passata sotto la protezione dell'amministrazione federale dei parchi come "monumento nazionale" per la gioia di chi sa ancora apprezzare lo spirito del viaggiare. E' l'unica strada al mondo diventata parco nazionale e con le sue 2,400 miglia è anche il più lungo mai istituito.

I fusi orari negli USA

Gli USA sono divisi da ben 6 fasce di fusi orari diversi. La mappa seguente rappresenta graficamente questa suddivisone, indicando per ogni fascia il numero di ore da sottrarre all'ora GMT (Greenwich Mean Time). Se vuoi fare il confronto con l'ora in Italia devi togliere un'altra ora, poiché l'Italia si trova a +1.

USA - Orientale (-5)

USA - Centrale (-6)

USA - Montagne (-7)

USA - Pacifico (-8)

USA - Alaska (-9)

USA - Hawaii (-10)

Travel Mat Maps Route 66

Nell'era precedente alla realizzazione del sistema di grandi autostrade, quando ancora il fastfood non esisteva, una compagnia dal nome Travel Mats escogitò una grande idea: utilizzare le placemats (le tovagliette) dei ristoranti, come mappa di promozione dei luoghi dove fermarsi a mangiare, dormire e da visitare lungo la strada.

Travel Mat Maps Route 66
Da Chicago a Springfield, MO
Travel Mat Maps Route 66
Da Springfield, MO a Shamrock, TX
Travel Mat Maps Route 66
Da Shamrock, TX a Los Angeles, CA

La natura ed il paesaggio

Gli aspetti naturalistici dei territori attraversati dalla Route 66 quali topografia, geologia, vegetazione e fauna, costituiscono elementi importanti del viaggio sia dal punto di vista paesaggistico che per lo stretto legame con gli aspetti sociali e storici delle comunità che vi si incontrano.

In particolare nella prima parte, Illinois, Missouri e Oklahoma, gran parte del paesaggio e’ costituito da terre coltivate, più ad ovest si incontrano foreste, praterie in Texas e parte del New Mexico. Dopo Albuquerque il paesaggio e’ caratterizzato da scoscese montagne, rade praterie e veri e propri deserti interrotti solo raramente da insediamenti urbani o da profili di città.

L’aumento della popolazione e la crescente urbanizzazione lasciano però ancora ampio spazio alle risorse naturali caratteristiche del continente nord-americano come descritte dai primi esploratori nei secoli passati.

Le particolarità del paesaggio non corrispondono generalmente ai confini degli stati o delle contee lungo il percorso della strada, i cambiamenti sono spesso molto graduali ma per semplicità si possono individuare sette diverse aree tra Chicago e Los Angeles, ognuna con specificità naturalistiche ben distinte. Ciascuna di queste ospita un diverso ecosistema sia per quanto riguarda la flora e la fauna che sono rimaste in gran parte ancora quelle originali.

 

I bassopiani centrali

Questa zona comprende il percorso della Route 66 in Illinois, l’area intorno a St. Louis, il Missouri, il Kansas e gran parte dell’Oklahoma.

IL CLIMA. Si tratta di una zona temperata continentale caratterizzata da estati lunghe, calde e umide e da inverni molto rigidi con frequenti precipitazioni nevose. La temperatura media in estate va da poco più di 20 gradi centigradi a oltre 30 mentre d’inverno scende diversi gradi sotto lo zero. Le precipitazioni sono abbondanti e raggiungono quantità comprese tra i 500 e i 1000 millimetri all’anno. Gran parte della regione e’ soggetta a forti venti che spesso assumono le caratteristiche di tempeste e tornado.

LA TOPOGRAFIA. L’aspetto del terreno e’ gran parte il risultato dell’opera dei ghiacciai che riempirono le parti piu basse durante le ere glaciali. Si tratta di un territorio in gran parte pianeggiante con colline di origine morenica. L’altitudine minima si trova in corrispondenza del corso del Mississippi, con circa 120 metri, per arrivare a circa 200 in riva al lago Michigan.

LE ATTIVITA’ AGRICOLE. La maggior parte dei terreni sono coltivabili ed i terreni classificati come ad alta produttività arrivano al 70 percento.

LA VEGETAZIONE. Gran parte della regione e’ coperta da foreste di aceri ma non mancano querce e praterie con erba alta nella parte più ad ovest.

GLI ANIMALI. Si trovano numerosi animali selvatici distribuiti in tutto il territorio, in particolare volpi rosse e grigie, opossum e cervi. Esistono uccelli stanziali e numerose specie migratorie di anatre ed oche. Nei fiumi abbondano pescegatti, carpe e white bass e nelle zone umide si trovano tartarughe, rane e anche serpenti.

LE RISORSE IDRICHE. Gran parte dell’acqua si trova in piccoli torrenti caratterizzati da piene stagionali e nel bacino idrografico del Mississippi. In generale l’acqua non scarseggia mai anche se la sua qualità e’ spesso scarsa.

LA QUALITA’ DELL’ARIA. Gran parte del percorso della Route 66 e’ caratterizzato da condizioni di inquinamento considerate accettabili, le aree metropolitane, in particolare Chicago, presentano invece livelli elevati di ozono e biossido di zolfo spesso superiori agli standard federali.

 

Gli altopiani centrali

Questa regione comprende gran parte del percorso della Route 66 in Missouri.

IL CLIMA. La regione e’ moderatamente calda in estate con temperature medie intorno ai 25 gradi, le piogge sono uniformemente distribuite lungo tutto l’anno raggiungendo un totale di circa 600 millimetri. Gli inverni non sono molto freddi e caratterizzati da temperature medie di poco superiori allo zero, la neve cade abbastanza frequentemente ma si scioglie nel giro di pochi giorni.

LE ATTIVITA’ AGRICOLE. Il terreno e’ di buona qualità e classificato ad alta produttività per almeno il 50 percento.

LA VEGETAZIONE. Le foreste di querce dominano quasi incontrastate il paesaggio di questa zona.

GLI ANIMALI. La vita selvatica e’ molto ricca, volpi rosse e grigie, scoiattoli, opossum e cervi sono molto frequenti. Anatre, oche stanziali e migratorie abitano le zone umide, pescegatti, carpe e persici si trovano nei corsi d’acqua insieme a tartarughe e rane.

LE RISORSE IDRICHE. Nessun corso d’acqua importante e’ attraversato dalla Route 66 in questa area, si incontrano numerosi torrenti affluenti del Mississippi e del Missouri River. La qualità dell’acqua e’ normalmente accettabile, a volte ottima.

LA QUALITA’ DELL’ARIA. Normalmente accettabile o buona tranne che in alcuni tratti nella parte centrale dove l’inquinamento da piombo supera i livelli standard.

 

Il deserto Chihuahauan e l’altopiano del Messico

Il cuore di questa area geologica si trova nella parte centrale del New Mexico e comprende le aree desertiche situate ad oltre 1200 metri di altitudine lungo il percorso della Route 66.

IL CLIMA. Il clima e’ di tipo arido o semi-arido nelle vallate e più umido nelle zone elevate. Le precipitazioni annuali sono scarse e vanno da 250 millimetri nelle valli a poco più del doppio nelle zone piu’ alte. L’escursione termica giornaliera e’ molto grande, la temperatura media annuale e’ compresa tra 5 gradi sui monti a 15-20 nelle vallate.

LA TOPOGRAFIA. La natura del terreno e l’altitudine variano molto da zona a zona a partire dai 1550 metri sino ad oltre 2300. Diversi monti si innalzano dalla pianura caratterizzata da dune sabbiose e la natura del terreno e’ in gran parte sassosa.

LE ATTIVITA’ AGRICOLE. Il terreno in questa zona non si presta a coltivazioni di qualità, solo meno del 10 % e’ utilizzabile ma grazie ad una intensa irrigazione.

LA VEGETAZIONE. Il questa zona semi-desertica le piante non riescono mai a ricoprire interamente il terreno, si trovano cespugli, mesquite e numerosi tipi di cactus. Zone con prateria e savana si incontrano lungo il corso del Rio Grande e nel fondo delle valli. Sulla cima delle montagne esistono boschi di conifere di estensione però limitata.

GLI ANIMALI. La distribuzione della vita selvatica e’ influenzata dalle caratteristiche del territorio, i mammiferi comprendono cervi, bovini, coyote, lepri, scoiattoli e cani della prateria. Si incontrano diversi tipi di uccelli stanziali e migratori come quaglie, tacchini selvatici e Road Runners nelle zone più aride. I pur limitati corsi d’acqua sono ricchi di pesci.

LE RISORSE IDRICHE. Il Rio Grande e’ il maggior corso d’acqua della regione che interseca la Route 66 insieme a pochi altri torrenti a regime stagionale. L’acqua e’ scarsa e di qualità appena accettabile.

LA QUALITA’ DELL’ARIA. I livelli di inquinamento sono quasi nulli in tutta la regione solo la zona metropolitana di Albuquerque registra livelli moderati di monossido di carbonio.

 

Il deserto Mojave e Sonora

Questa regione comprende il terzo più ad ovest dell’Arizona e i due terzi ad est della California del sud.

IL CLIMA. Questa regione puo’ essere classificata come semi-arida ed e’ caratterizzata da estati torride ed inverni miti. La temperatura media durante il giorno e’ di oltre 30 gradi durante l’estate e scende a 10 – 15 in inverno con insolazione abbondante durante tutto l’anno. Le precipitazioni sono moderate o scarse con distribuzione casuale nell’arco dell’ anno, la media e’ inferiore a 300 millimetri.
LA TOPOGRAFIA. Si tratta di una zona desertica con un’altitudine minima in riva al Colorado River di circa 150 metri. Tutto intorno si estendono alte catene montuose che impediscono alle perturbazioni di entrare nella zona desertica. Il terreno e’ sabbioso, scarsamente compatto e soggetto a forte erosione.

LE ATTIVITA’ AGRICOLE. Le scarse coltivazioni si incontrano solo in aree limitate dove c’e’ acqua sufficiente per una continua irrigazione.

LA VEGETAZIONE. Il deserto Mojave ha una tipica vegetazione di rade piante grasse mentre oltre i 1000 metri si incontrano estese foreste di Joshua Tree, tipica pianta grassa della zona.

GLI ANIMALI. Nel deserto la vita selvatica dipende dal cibo e dall’acqua disponibili nelle diverse stagioni dell’anno. Vi si incontrano volpi grigie, Kangaroo Rat, quaglie e anche tortore. nei rari corsi d’acqua sono stati introdotti pesci ma con alterna fortuna.

LE RISORSE IDRICHE. Le sorgenti forniscono la maggior parte dell’acqua disponibile nel deserto insieme a piccoli torrenti normalmente asciutti tranne che durante gli acquazzoni. Quasi tutta questa regione e’ soggetta a improvvisi allagamenti. Lungo le rive del Colorado si incontrano specchi d’acqua e alcune zone umide.

LA QUALITA’ DELL’ARIA. In questa area il livello di inquinanti e’ molto al di sotto degli standard tranne che nella zona metropolitana di San Bernardino caratterizzata da elevate concentrazioni di ozono e di monossido di carbonio.

 

L’altopiano del Colorado

Questo altopiano arido e profondamente segnato da crepacci comprende il terzo più ad ovest del New Mexico e i due terzi contigui dell’Arizona.

IL CLIMA. Le condizioni climatiche in questa zona sono molto diverse in funzione della natura del terreno e dell’altitudine. Le precipitazioni sono prevalentemente estive con una media annuale compresa tra 200 e 350 millimetri. Le temperature estive durante il giorno sono calde, tra 20 e 25 gradi, mentre in inverno scendono a pochi gradi sopra lo zero.

LA TOPOGRAFIA. L’altopiano del Colorado e’ secco e profondamente eroso con altitudine compresa tra 1500 metri a oltre 2000, le rocce sabbiose sono vivacemente colorate e intervallate da lastre di basalto. Il terreno deriva dall’erosione di queste rocce ed e’ secco e ben drenato.

LE ATTIVITA’ AGRICOLE. Le coltivazioni dipendono strettamente dall’irrigazione e solo il 30 percento del territorio e’ utilizzabile per l’agricoltura.

LA VEGETAZIONE. Gran parte della regione ha caratteristiche da arida a semi-arida e le piante grasse da deserto sono i vegetali più diffusi. Vi si trovano anche limitate estensioni di pascolo ma di scarsa importanza mentre nelle zone più alte si estendono foreste di conifere.

GLI ANIMALI. La vita animale dipende dalla vegetazione e dalla disponibilità di cibo durante tutto l’anno. In questa zona arida solo mammiferi di piccola taglia riescono a sopravvivere ed alcuni uccelli stanziali come il tacchino selvatico e pochi altri. Comunque si possono incontrare antilopi e cervi nelle zone più verdeggianti.

LE RISORSE IDRICHE. I pochi specchi d’acqua e le rare zone umide si incontrano nei pressi di torrenti a ciclo stagionale e con portate ridotte. Le falde sotterranee dipendono dalla natura stratificata del terreno e offrono acqua in quantità raramente abbondante e di qualità accettabile. L’affioramento di sorgenti ha grandemente influenzato il sorgere di insediamenti urbani sino dalla metà del secolo scorso.

LA QUALITA’ DELL’ARIA. In tutta questa area non si riscontrano livelli significativi di inquinanti nell’aria.

 

La costa del Pacifico

Questa regione comprende il terzo più ad ovest della California e la grande concentrazione urbana di Los Angeles.

IL CLIMA. Le piogge sono scarse in questa regione con una quantità annua compresa tra 250 e 400 millimetri, le temperature estive si aggirano intorno ai 30 gradi e quelle invernali non scendono sotto i 15 gradi centigradi.

LA TOPOGRAFIA. L’altitudine lungo il percorso della Route 66 e’ compresa tra il livello del mare sulla spiaggia di Santa Monica ai 1300 metri del Caion Pass sulle montagne di San Gabriel e San Bernardino. Il terreno e’ spesso franoso e soggetto a frequenti terremoti di varia intensità.

LE ATTIVITA’ AGRICOLE. L’intensa urbanizzazione e lo sviluppo industriale di questa area limita grandemente le attività agricole. Non più del 10 percento del terreno viene utilizzato a fini produttivi.

LA VEGETAZIONE. Boschi di conifere sui monti e vegetazione tropicale lungo la costa sono le principali caratteristiche di questa zona. Spesso le specie originarie sono state rimpiazzate da quelle esotiche, come palme e fiori sub-tropicali, nelle aree ad intensa urbanizzazione. Solo pochi tratti di spiaggia sono ancora ricoperte dalla vegetazione indigena.

GLI ANIMALI. A causa dell’intensa urbanizzazione quasi tutte le specie indigene sono scomparse o sono state sostituite con altre provenienti da luoghi anche lontani come le rane africane, la rana toro ed il topo norvegese che hanno sottratto l’habitat a coyote, cervo, serpente del deserto e a sonagli.

LE RISORSE IDRICHE. Almeno due terzi dell’acqua utilizzata in questa zona e’ importata dall’esterno, il resto proviene dalle sorgenti e dai corsi d’acqua locali. La qualità dell’acqua spesso non e’ buona e quella usata per l’irrigazione ha un contenuto salino troppo elevato per essere potabile.
LA QUALITA’ DELL’ARIA. L’area metropolitana di Los Angeles e’ altamente inquinata da ozono, monossido di carbonio, biossido di azoto e altre sostanze dovute alle innumerevoli fonti di inquinamento presenti in quello che puo’ essere definita una delle più estese concentrazioni urbane del mondo. I venti che soffiano frequentemente dall’ oceano rendono più accettabili le zone a ridosso della costa.

 

Le grandi praterie

Questo altipiano comprende il Texas Panhandle e il terzo più ad est del New Mexico.

IL CLIMA. Le estati sono molto calde e gli inverni tra tiepidi e moderatamente freddi. Le temperature medie estive sono comprese tra i 25 ed i 30 gradi centigradi mentre in inverno non scendono mai sotto lo zero. Le precipitazioni annuali non raggiungono i 400 millimetri, le primavere sono molto ventose ed in estate si incontrano frequenti temporali di notevole violenza.

LA TOPOGRAFIA. L’aspetto del territorio deriva dallo sgretolamento delle Rocky Mountains ad opera delle piogge e si presenta relativamente pianeggiante in graduale salita verso ovest. L’altitudine massima si raggiunge nella parte occidentale con circa 1400 metri e la minima nel bordo orientale con poco piu di 600 metri.

LE ATTIVITA’ AGRICOLE. Solo un 10 – 15 percento del territorio si presta a coltivazioni di qualità. La maggior parte delle terre necessita di irrigazione continua per essere coltivata.

LA VEGETAZIONE. Praterie di erba bassa sono la caratteristica principale del panorama a volte interrotto da limitati boschi di querce.

GLI ANIMALI. La prateria ospita numerose mandrie di bovini, cervi e volpi rosse insieme a lepri ed a numerose specie di serpenti spesso velenosi.

LE RISORSE IDRICHE. La regione e’ caratterizzata da torrenti con bassa pendenza, scarsi fiumi con acqua tutto l’anno e qualche piccolo lago. La qualità dell’acqua e’ scarsa o scadente.

LA QUALITA’ DELL’ARIA. Tutta questa regione non presenta alcun caso di inquinamento atmosferico superiore agli standard di accettabilità.

I ponti della Route 66

Chain of Rocks Bridge

Molti ponti lungo il percorso originale della Route 66 non sono più utilizzati e chiusi al traffico automobilistico. Questa e’ una delle cause principali dell’abbandono di lunghi tratti della strada.

Come le altre strutture anche i ponti rispecchiano l’evoluzione del gusto e della tecnologia costruttiva lungo tutta la storia della Route 66. Infatti a differenza di quelli moderni, spesso difficilmente distinguibili, i ponti realizzati nei primi anni avevano caratteristiche tali da renderli attraenti e da individuare univocamente il posto nel quale erano stati costruiti.

Uno dei ponti più antichi ed anche uno dei più belli e il Chain of Rocks Bridge che attraversa il Mississippi River a St. Louis , oggi si presenta ancora in buono stato ma chiuso al traffico per motivi di sicurezza . La sua struttura rifletteva il massimo della tecnologia dell’epoca, il ponte e’ ad arcate multiple di acciaio con pavimentazione stradale in legno. In effetti si tratta di due ponti collegati al centro in modo da formare un angolo ottuso e permette di gustare una splendida vista delle rive del fiume e dei boschi che lo circondano.

Un altra struttura significativa e’ il ponte dell’ 11st Street a Tulsa Oklahoma. E’ costruito in cemento ad arcate multiple ed i parapetti, ornati con motivi Deco’, lo rendono particolarmente attraente ed unico. Venne realizzato con una tecnica molto dispendiosa e con dichiarate finalità estetiche difficili da eguagliare anche al giorno d’oggi.

Un altro ponte interessante e’ quello in acciaio che attraversa il Mojave River nei pressi di Oro Grande, California. E’ dotato di portali alti e decorati così come i parapetti, il che lo rende riconoscibile ed unico in tutta la Route 66 e gli conferisce un aspetto molto attraente. Caso unico all’epoca della sua costruzione e’ la presenza di blocchi di gomma nei punti d’appoggio della sede stradale per ammortizzare le vibrazioni del traffico.

La gran parte dei ponti però sono i cosiddetti Pony Bridge, sono dotati di una o più arcate senza però grosse pretese architettoniche. Il Rainbow Bridge vicino a Baxter Springs, Kansas, e’ l’unico esempio di ponte ad arco realizzato in cemento. Oggi non e’ più transitabile ed e’ istoriato da innumerevoli graffiti che lo rendono ancora vivo e vivace.

Molti dei ponti originali sono ormai chiusi al transito perché non in regola con le norme di sicurezza federali in particolare dopo l’avvento del traffico pesante e perché sono quasi sempre di larghezza inadeguata alle esigenze odierne. Peccato perché sembrano ancora in buone condizioni.

I negozi

General Store in Hackberry sulla Route 66
General Store in Hackberry sulla Route 66

Anche se spesso senza ambizioni architettoniche, gli edifici commerciali lungo la Route 66 presentano aspetti curiosi ed interessanti dovuti in gran parte allo sforzo dei proprietari per attrarre l’attenzione della clientela di passaggio.

Dalle forme, luci al neon e colori più stravaganti, souvenir dei nativi e vari, oggettistica legata all'automobile, ricambi, negozi di alimentari e merci varie, souvenir locali e Trading Post, fattorie specializzate nell'allevamento di rettili.

I negozi cominciarono a sorgere verso la fine degli anni ’20 quando gli imprenditori locali si resero conto delle potenzialità commerciali legate alla strada e pensarono di unire l’offerta di servizi a quella di beni agli automobilisti di passaggio, i primi veri e propri turisti. Infatti anche con la ferrovia arrivavano nei luoghi più sperduti persone attirate dalla bellezza dei paesaggi, ma il numero era così ridotto da non giustificare il sorgere di alcuna attività commerciale specifica.

L’automobile cambiò rapidamente non solo il paesaggio urbano delle città e dei villaggi lungo la strada ma anche le attività e lo stile di vita degli abitanti.

Una delle caratteristiche comuni sin dal loro sorgere fu la costruzione degli edifici con materiali e stili locali e immense insegne volte a risvegliare la curiosità del viaggiatore ed ad attirare i potenziali clienti all’interno del negozio. Spesso le decorazioni interne sono ispirate a motivi indiani e quelle esterne sono rappresentate da ampi murales sullo stesso tema.

Spesso l’architettura richiama lo stile Pueblo Revival ma con infinite varianti ed interpretazioni personali. Il Claremore Auto Dealership a Claremore in Oklahoma e’ una degli esempi più significativi di questa tendenza.

Originariamente l’edificio era costruito di mattoni con intonaco a stucco e decorazioni geometriche nel tentativo di imitare le costruzioni spagnole. Un’altra struttura interessante e’ il Bristow Motor Company sempre in Oklahoma.

Le Trading Post erano molto diffuse nelle praterie del West, oggi solo alcune sono state ristrutturate e mantengono le funzioni e l’aspetto originali come la Santo Domingo Trading Post a Santo Domingo Pueblo in New Mexico. La maggior parte, come la Budwille Trading Company sempre in New Mexico, sopravvive a mala pena con le strutture esterne ampiamente rimaneggiate e numerose mani di intonaco sopra quello originale.

Le strutture, chiamate familiarmente “Turist Trap”, trappole per turisti o “Snake Pits”, bocche da serpente, sono molto più primitive e caratterizzate da pareti a tinte vivaci, a volte palizzate come intorno ai vecchi forti delle giubbe blu, enormi cartelli segnaletici. Questi locali rivestono scarsa importanza stilistica per l’ingenuità’ e l’approssimazione con la quale sono realizzate ma rappresentano comunque un elemento caratteristico e di colore lungo la Route 66 ad ovest del Texas.

Nei pressi di Winslow, Arizona, il Jackrabbit Store, con la sua tipica insegna “Here IT IS”, eccolo, offre un buon esempio della semplice ma funzionale architettura che fu comune ai negozi di souvenir. La costruzione e’ di mattoni e pietra con tetto a terrazza, pompe di benzina sul marciapiede anteriore, motivi indiani dipinti sulle pareti esterne e una enorme insegna. Il coniglio gigante su una sella di fronte al negozio era un tipico stratagemma per attirare i bambini ed i fanatici delle fotografie ricordo.

In altre forme si ritrova la stessa tecnica in tutti i negozi per turisti lungo la Route 66 ed in particolare quelli ad Hollbrook, nei pressi della Foresta Pietrificata, specializzati nella vendita di reperti fossili.

Lo spirito legato a queste attività commerciali sopravvive ancora oggi, in New Mexico ed in Arizona ne esistono ancora numerosi vistosissimi esempi come il Yellowhorse’s Trading Post ed il Fort Courage che continuano ad attirare legioni di visitatori. Gli edifici sono stati in gran parte rifatti o rimodernati ma conservano un fascino indiscutibile nella loro semplicità ed ingenuità.

Il Round Barn ad Arcadia, il Galloway Totem Pole Park a Foyil, il Blue Whale vicino a Catoosa, tutti in Oklahoma insieme alle Meramec Caverns a Stanton in Missouri ed il Coleman Theater a Miami rappresentano alcune della maggiori attrazioni lungo la parte est della Route 66.

Benche’ differenti nello stile e nelle funzioni rappresentano comunque buoni esempi di quello che attendeva il viaggiatore lungo la Route 66 nei suoi anni d’oro e offrono una indispensabile occasione per rendere il viaggio sempre vario ed interessante.

I ristoranti

Quando, negli anni ’20, un numero sempre maggiore di americani cominciò a percorrere le highways, guidare e mangiare diventarono parte integrante della stessa esperienza.

All’inizio la Route 66 offriva poche possibilità, i primi Campground e Motor Court permettevano a volte di cucinare mentre le alternative erano solo i ristoranti degli Hotel ed i cafe nei paesi, luoghi nati però in funzione del traffico ferroviario e non automobilistico.

Nei primi anni ’30 cominciarono ad apparire punti di ristoro lungo le strade e crebbero enormemente sino alla metà degli anni ’50 quando le catene in franchising nazionali si impossessarono quasi totalmente di questo ricco mercato. Gli stili di questi ristoranti o cafe furono i più svariati in funzione dei gusti e delle possibilità economiche dei proprietari, i vincoli architettonici erano meno stringenti rispetto a quelli dei motel e dei distributori di carburanti.

Molto spesso e’ impossibile trovare caratteristiche comuni e l’attenzione ai dettagli si rivela piuttosto scarsa, la funzionalità e le ridotte esigenze di manutenzione furono in gran parte gli unici obiettivi dei costruttori.

I ristoranti Drive-In nei quali si poteva pranzare senza scendere dall’auto furono i più caratteristici, dotati di una o più tettoie per la sosta hanno una struttura molto simile ai distributori di benzina. Pochi di questi sono sopravvissuti sino ad oggi, lo Snow Cap a Seligman in Arizona ne e’ uno degli esempi meglio conservati anche se costruito nei primi anni ’40 ma secondo lo stile tradizionale. Il Pig Hip a Broadwell in Illinois e’ una altro tipico esempio di punto di ristoro lungo la strada, piu’ che per le decorazioni esterne basava il suo successo sulla qualità del cibo e del servizio e sulla posizione strategica al bordo della strada.

Altri esempi di stile semplice e funzionale si possono trovare ancora nel Club Cafe a Santa Rosa, New Mexico, nel Bob’s Bar-B-Que ad Arcadia, Oklahoma e al Ted Drewes’ Frozen Custard a St. Louis Missouri.

Uno dei pochi esempi di locali progettati con pretese architettoniche e’ il U-Drop Inn a Shamrock in Texas costruito in stile Art Deco’ nel 1936 e dotato anche di stazione di servizio. Un altro caso e’ il Mill a Lincoln Illinois, nato come cafe fu ampliato diverse volte sino a diventare un ristorante con sale per banchetti ma sempre nel rispetto dello stile originale.

Almeno un quarto dei ristoranti lungo la Route 66 offre anche altri servizi, rifornimento di benzina, cafe e a volte anche il pernottamento. Il famoso Roy’s Cafe nel deserto della California ne e’ un tipico esempio in grado di soddisfare tutte le esigenze degli automobilisti in transito.

I Motel

Wigwam motel, Hollbrook, AZ

Dalle tipiche architetture, come quello a forma di tepee (la tenda indiana), i cabin camps e i cottage courts, tutti a conduzione familiare.

 

I luoghi di sosta per i viaggiatori sono uno degli aspetti più interessanti dell’architettura commerciale lungo la Route 66, i Motel e Motor Court che ancora si incontrano rispecchiano l’evoluzione del design e delle tecniche costruttive in funzione delle esigenze economiche e logistiche della clientela dagli anni ’20 al giorno d’ oggi.

Gli Hotel dominarono il campo dell’industria alberghiera nei primi anni del secolo. Si trovavano al centro delle città, spesso vicino alle stazioni ferroviarie ma pochi erano adatti ai viaggiatori in automobile. I garage, dove esistevano, erano lontani e personale addetto doveva provvedere al parcheggio delle auto ed al loro recupero, naturalmente a pagamento.

L’organizzazione degli Hotel era impostata sulle aree comuni: larghi ingressi, lunghi corridoi, grandi ristoranti, sale da banchetti, coffe shop, sale da ballo e da congressi. Viceversa gli spazi privati erano ridotti al minimo: un letto, una piccola scrivania ed un bagno. Questo rapporto tra spazio pubblico e privato influiva anche sulla composizione delle entrate economiche degli Hotel che derivava solo per il 50% dall’affitto delle stanze.

Anche se alcuni Hotel hanno fatto parte della storia della Route 66 essi rimasero indissolubilmente legati più alla ferrovia che al traffico stradale. El Garces a Needles e l’Harvey House a Bastow sono notevoli dal punto di vista architettonico ma difficilmente furono frequentati dai primi viaggiatori in automobile. Altri Hotel come El Rancho a Gallup e quello di Otman divennero famosi come meta di celebrità cinematografiche ma difficilmente alloggiarono schiere di automobilisti stanchi e impolverati nei primi anni della Route 66.

La maggior parte degli americani che percorsero la Route 66 nei primi anni non alloggiarono negli Hotel ma in altre strutture più adatte che si svilupparono in risposta al crescente traffico automobilistico. I Motel, gli alloggi più comuni nell’ultimo periodo, rappresentarono la naturale evoluzione delle altre strutture più semplici che nacquero all’inizio lungo la strada, come gli Auto Camp e i Turist Home che costituirono le prime alternative agli inadatti e costosi ed inadatti Hotel.

Quando il traffico stradale cominciò a diventare significativo le città ed i paesi lungo la strada attrezzarono alla loro periferia aree adatte per i campeggiatori, gli Auto Camp. Questo rispose ad esigenze di sicurezza pubblica, gli estranei erano potenzialmente pericolosi, ed i luoghi di sosta furono dotati gratuitamente di acqua, toilette, docce e spesso anche di vigilanza armata. Non bisogna dimenticare che la Route 66 collegò per la prima volta comunità prima quasi isolate e per le quali gli estranei erano avvertiti come un potenziale pericolo. Le prime aree attrezzate insomma assomigliavano molto agli attuali campi di sosta per nomadi.

Il traffico crescente comunque attirò sempre più operatori privati nel business dei campeggi che cominciarono ad assumere una conformazione più definita con i servizi raggruppati in un edificio centrale e i luoghi per le tende attrezzati con tavoli ed il necessario per cucinare. Alcuni campeggi di questo tipo sopravvivono ancora come il Camp Joy a Lebanon, Missouri e il Red Arrow Campground a Thoreau, New Mexico.

Quasi contemporaneamente nacquero anche le Turist Home che offrivano in pratica gli stessi servizi dei campeggi ma in stagioni od in aree in cui il clima non permetteva di pernottare all’aperto in una tenda. Originariamente si trattava per lo più di abitazioni private lungo le strade di accesso alle città che affittavano una o più stanze da letto per la notte ai viaggiatori. Se ne trova ancora un bel esempio a Flagstaff, Arizona, in South San Francisco Street, ormai in pieno centro urbano.

Alla metà degli anni ’20 il numero di viaggiatori in automobile diventò sempre più importante e ciò fece sorgere numerose stazioni di servizio alla periferia dei paesi per il rifornimento dei veicoli in transito e contemporaneamente la crescente domanda di alloggi per la notte cominciò ad essere soddisfatta anche dalle cosiddette Cabin Camp o Cottage Camp. La loro crescita ed il successo furono vertiginosi, ad esempio Amarillo aveva tre strutture in funzione nel 1926 e ben 25 due anni dopo. Il successo della Route 66 richiedeva e otteneva risposte immediate.

Sorsero tre tipi distinti di Cabin Camp: i campeggi con aggiunta di Cabins, i Cabin Camps veri e propri ed infine le Turist Home con aggiunta di Cabins. La disposizione degli alloggi fu la più svariata, in file, a elle oppure a gruppi, non esisteva alcuna regola in proposito ed ognuno si regolò come permetteva il terreno a disposizione.

I Cabin Camps offrivano indubbi vantaggi, erano normalmente nelle aree intorno alle città dove il terreno costava poco e per dimensioni inferiori alla ventina di unità potevano essere gestiti da solo due persone, normalmente marito e moglie senza spese aggiuntive per il personale. I costi di questo tipo di alloggio poterono essere contenuti drasticamente e quasi nessun Hotel riuscì a reggere la concorrenza se non a prezzo di un deterioramento inaccettabile del servizio. I Cabin Camps intercettavano i viaggiatori all’ingresso dei centri urbani, i parcheggi erano comodi e più di tutto erano assolutamente informali dal punto di vista del comportamento e dell’abbigliamento richiesto.

Le strutture meglio organizzate vennero presto chiamate Cottages, si trattava di costruzioni più solide ed in grado di svolgere il loro servizio durante tutto l’anno. Per motivi organizzativi assunsero sempre di più disposizioni geometriche, la forma ad U prese il nome di Motor Court, comunque difficilmente superavano le dieci unità abitative. Dopo il1930 si cominciò ad affiancare a ciascuna camera il relativo garage coperto che divenne l’elemento di separazione e di unione con il resto del complesso. La reception trovò posto in un edificio separato, normalmente al centro. Dal punto di vista architettonico cercarono sempre più di assomigliare a piccoli quartieri urbani per dare al viaggiatore un senso di familiarità e di normalità.

Lungo la Route 66 sopravvivono molti esempi di Cabin Camps e Cottage Courts alcuni dei quali con interessanti aspetti architettonici. Certi sono in stile tradizionale, il Rancho Court in Springfield Missouri , il Wagon Wheel Motel a Cuba e lo Shamrock Motel a Sullivan sono costruiti con la tecnica Ozark Giraffe. Altri interessanti Cottage Courts sono i Wigwam Motel di Shamrok Arizona e Rialto California, costruiti in cemento secondo lo stile della tenda indiana e decorati con motivi geometrici tradizionali. Probabilmente quello più caratteristico e’ il Coral Court di St. Louis, uno dei primi esempi di Art Deco’ moderna, che purtroppo verrà abbattuto nonostante sia registrato come proprietà pubblica e protetto dalle leggi federali.

I Motor Court derivarono la struttura dai Cottage Court però con tutte le unità riunite in un unico edificio e spesso eliminando i garage a fronte di parcheggi all’aperto. Spesso all’interno dell’edificio si ricrearono aree comuni come Coffe Shops o ristoranti, replicando in parte la struttura originale dell’Hotel classico ma fuori dai centri urbani ed in modo molto informale. La varietà degli stili fu notevole anche se i temi western risultarono prevalenti, si trovano anche notevoli esempi in stile spagnolo e richiami alle antiche missioni così come in stile Pueblo revival. Nomi come El Rancho e Casa Grande erano molto diffusi anche ad est del Missouri.

Ad Albuquerqe si trova la maggiore concentrazione di Motor Courts in stile Pueblo come El Vado, Zia Motor Lodge, Aztec Motel e innumerevoli altri.

Dopo la seconda Guerra Mondiale i nuovi Motor Court furono chiamati Motor Hotel e poi Motel ma purtroppo a fronte di uno sviluppo tumultuoso ben pochi poterono rivaleggiare in stile con i precedenti. La necessità di ridurre i costi di costruzione porto’ a standardizzare i progetti a prezzo dell’individualità’ di ciascun Motel. Ormai si cominciava ad intuire che la Route 66 sarebbe stata superata da nuove strade, i costi erano lievitati e l’offerta sempre crescente di opportunità in franchising scoraggiarono quasi tutti gli investitori ad aprire nuovi motel.

Comunque la costruzione dei Motel raggiunse l’apice nel decennio tra il 1950 ed 1960 anche se molti proprietari furono spesso rovinati da una concorrenza sempre più agguerrita e feroce. In molti casi i servizi forniti diventarono scarsi e la manutenzione delle unità risultò molto scadente. I nuovi proprietari intrapresero opere di ristrutturazione che quasi sempre cancellarono lo stile originale delle costruzioni al fine di ridurre i costi e la manutenzione e per adeguare il confort ai nuovi standard delle catene nazionali. I Motel cambiarono spesso proprietà e molti chiusero definitivamente, nel 1960 la vita media di un Motel era diventata inferiore a nove anni.

I Motor Inn delle catene in franchising divennero più grandi e lussuosi dei convenzionali Motel, tutti erano dotati di piscina e di ampi servizi comuni. Anche se il denaro era comunque costoso essi vollero comunque darsi un’aria di lusso e di ricchezza e incrementarono anche la sicurezza per i clienti con chiavi sempre più raffinate, un problema particolarmente sentito dai viaggiatori. In breve la standardizzazione mise fuori mercato i piccoli Motel a conduzione familiare che furono costretti a ridurre i prezzi sino a non poter più assicurare un livello accettabile di qualità. Tranne rare eccezioni tutti furono costretti a chiudere. La varietà architettonica che aveva caratterizzato i gli alloggi per i viaggiatori sino agli anni ’60 fu sostituita dalla monotonia dei Motel in franchising, veramente indistinguibili da un luogo ad un altro, dall’Illinois alla California.

Delle migliaia di Motel in servizio nei primi anni ’60 rimangono ancora agibili oltre quelli citati anche il Munger Moss Motel a Lebanon, il Gardenway Motel a Gray Summit entrambi in Missouri e pochi altri lungo tutta la Route 66.

Le stazioni di servizio

La struttura delle stazioni di servizio lungo la Route 66 si modificò negli anni per adattarsi alle diverse esigenze della clientela ed alle strategie di marketing delle compagnie petrolifere.

Queste ultime svilupparono i loro prototipi in installazioni campione e poi estesero la tipologia scelta in tutti gli angoli del paese contribuendo così ancora di più alla sua totale omologazione. La filosofia corrente era che le stazioni di servizio dovevano essere immediatamente ed inequivocabilmente identificabili come distributori di carburanti e con le insegne della compagnia ben in vista, sia per attirare i clienti che per rassicurarli.

Questo provoco’ la nascita di strutture delle più varie fogge e colori ma in fondo molto simili tra loro negli stessi anni. Comunque il tipo fatto a casetta con tettoia fu prevalente finché le stazioni di servizio non cominciarono a vendere altri prodotti come gomme, batterie ed accessori vari ed a riparare anche le auto come negli anni della Grande Depressione.

Lungo il percorso della Route 66 si potevano trovare esempi di tutti questi stili, la casetta, la casetta con tettoia e anche con il garage per le riparazioni, fino al 1970 quando il prezzo della benzina aumentò improvvisamente e mise fuori mercato anche le ultime stazioni di servizio costruite nel decennio precedente.

Le prime strutture per la distribuzione della benzina furono le pompe a caduta a fianco della strada ma quasi tutte erano già scomparse negli anni ’20. Nel 1915 erano state introdotte quelle a pompaggio manuale e con il serbatoio interrato che si trovavano sui marciapiedi davanti ai negozi di alimentari che cominciarono a vendere anche benzina.

Originariamente il carburante veniva venduto nei Drug Store dentro piccole taniche che servivano per riempire il serbatoio, le nuove pompe rappresentarono un grande progresso anche in termini di sicurezza.

Nel 1920 una ordinanza dei vigili del fuoco decretò la definitiva scomparsa dei primi distributori che sopravvissero ancora per poco nelle campagne.

Mentre le pompe originali sono ormai solo nei musei, si possono ancora incontrare distributori che risalgono ai primi anni della Route 66, spesso costruiti con uno stile che richiama le case circostanti come il Funk’s Grove County Store in Illinois ed il Budville Trading Company in New Mexico. Questa particolarità deriva dal fatto che gli edifici originali erano nati per altri scopi e solo in un secondo tempo furono adibiti alla vendita di benzina.

Tutti i punti di rifornimenti nei primi anni del secolo si trovavano sul ciglio della strada mentre i primi distributori Drive-In indipendenti introdussero notevoli innovazioni. Prima del 1915 solo pochi automobilisti usavano l’auto quando il tempo era inclemente poiché si trattava di mezzi scoperti. Cosi’ le macchine venivano riposte d’inverno e la vendita di benzina era un affare stagionale, 6 – 8 mesi all’anno e comunque poco lucroso. L’avvento di auto chiuse, utilizzabili praticamente tutto l’anno, fece diventare il carburante un prodotto appetibile ed al quale dedicare apposite strutture, specificatamente adattate alle funzioni da svolgere.

Cosi’ nacquero i distributori come li conosciamo oggi, un’area dedicata fuori dalla sede stradale e con le caratteristiche rampe di accesso. Originariamente i distributori non furono molto diversi dalle rivendite di legname o carbone con strade di ingresso fangose o ghiaiate. I simboli delle compagnie petrolifere che ancora oggi richiamano la pompa della benzina derivano da quel periodo nel quale non era facile capire dove poter rifornirsi.

Dopo il 1920 le compagnie petrolifere trasferirono i loro punti vendita alla periferia delle citta’, infatti la necessità di spazio era diventata impellente ed il costo del terreno importante. Per lo piu’ acquistarono i lotti all’incrocio delle strade in modo da avere l’accesso da due parti. Lo sviluppo delle città presto inglobò queste aree nel tessuto urbano così i distributori furono obbligati ad assumere un aspetto gradevole o almeno accettabile, consono al quartiere nel quale si trovavano.

Le società studiarono stili che, senza ridurre la funzionalità e la riconoscibilità della stazione di servizio, la rendessero gradita ed accettabile dal vicinato. I più comuni erano cottage con a volte tetto spiovente o a cupola, finestre all’inglese e finiture tese a richiamare gli edifici federali.

Percorrendo la Route 66 si possono vedere esempi di tutta l’evoluzione dei distributori, dai più semplici a Phelps in Missouri, a McLean, in Texas ed in Oklahoma, ai più sofisticati come a Chandler sempre in Oklahoma.

Anche se loro funzione base rimane quella di vendere benzina le stazioni di servizio vollero assomigliare sempre di più a case per amalgamarsi con l’ambiente circostante. Spesso l’aggiunta di una tettoia volle simulare la veranda delle case vittoriane.

Dopo il 1925 in molti distributori divenne possibile anche lavare la macchina, questo obbligò i gestori ad asfaltare l’area e le rampe di accesso e spesso anche a rialzare il terreno in modo da permettere il drenaggio dell’acqua. Volendo prestare gli stessi servizi anche d’inverno cominciarono ad apparire coperture prefabbricate mobili o no. In pratica negli anni ’30 l’edificio principale delle stazioni di servizio era quasi sempre affiancato da due box, uno per il lavaggio e l’altro per il cambio dell’olio e la manutenzione.

Notevole e’ l’esempio che si trova ancora ad Afton, Oklahoma, con originali decorazioni in stucco.

La Depressione provocò inoltre notevoli cambiamenti nell’aspetto e nell’organizzazione delle stazioni di servizio. Per contrastare la diminuzione nella vendita della benzina provocato dalla crisi economica, molte compagnie si videro costrette ad ampliare il numero dei prodotti offerti ed a predisporre ampie vetrine per l’esposizione di gomme,. batterie e accessori vari alla clientela di passaggio. L’originale punto vendita del carburante si venne arricchendo sempre piu’ di altri prodotti e servizi adattando di conseguenza la sua conformazione ed il suo aspetto esteriore.

Mentre durante gli anni ’20 lo stile costruttivo dei distributori di benzina era volto principalmente a ridurre il loro contrasto con il paesaggio urbano, negli anni ’30 invece le compagnie petrolifere cercarono di enfatizzarne la visibilità anche perché ormai si erano spostati per lo piu’ in zone periferiche. I tetti divennero a terrazza e l’ufficio centrale fu collegato con le aree per i servizi. Le vetrine divennero grandi e le pareti a stucco o in mattoni furono dipinte con i colori della compagnia per facilitarne una immediata riconoscibilità. Decorazioni in terra cotta diventarono popolari negli anni ’30 mentre la porcellana dominò gli anni ’40 e ’50 permettendo decorazioni a colori vivaci molto visibili anche nelle ore notturne grazie all’impiego massiccio di tubi al neon.Infatti molti distributori cominciarono a restare in servizio 24 ore su 24.

L’impiego di elementi prefabbricati e la standardizzazione imposta dalle compagnie petrolifere ridussero drasticamente i costi di costruzione e permisero di allestire punti vendita molto rapidamente, eventualmente spostandoli se il luogo non si rivelava sufficientemente proficuo.

Tutte i componenti furono scelti in modo da ridurre al minimo le esigenze di manutenzione. I materiali originali come legno e acciaio vennero progressivamente sostituiti con materie plastiche che già negli anni ’60 costituivano la gran parte delle decorazioni esterne delle stazioni di servizio.

Lungo la Route 66 si ha modo di apprezzare tutta l’evoluzione delle stazioni servizio, dalle classiche decorate in porcellana a Ask Fork e Winslow in Arizona, Chenoa e Calinville in Illinois così come in New Mexico ed in Texas. Purtroppo in alcuni casi le piastrelle sono state rimosse e l’edificio si trova oggi in cattive condizioni ma ancora in uso.

Negli anni ’50 e ’60 le compagnie petrolifere imposero una quasi totale omogeneità negli stili delle stazioni di servizio per incrementarne ulteriormente la visibilità e la riconoscibilità, solo pochi distributori indipendenti conservarono caratteristiche uniche e specifiche.

Ghost Towns lungo la Route 66

Città fantasma, ruderi, motel abbandonati, distributori dismessi, dei quali potrete apprezzarne tutta l'evoluzione del design, sin dai più antichi; cartelli stile pop-art.


Oatman Hotel - Arizona

Oatman Hotel - Arizona
Clarke Gable e Carol Lombard

Nel centro storico di Oatman , Arizona si trova l'Hotel Haunted Oatman, chiamato Hotel Drulin, è stato costruito nel 1902.

Il 29 Marzo 1939 Clark Gable e Carole Lombard trascorsero la prima notte dopo essersi sposati a Kingman (Arizona). La loro camera, la numero 15.

Hall of Fame and Museum

Centinaia di cimeli, targhe, gadgets, foto e ricordi esposti molto accuratamente e divisi per anni e zone. L’entrata al museo è gratuita, ma all’entrata una vistosa cassetta per le offerte funge da check in, e l’offerta è quasi obbligatoria.

Benzina Phillips 66

La Route 66 ha dato il nome a molte aziende ed è stata immortalata anche nella letteratura, musica e televisione statunitense. Anche molte compagnie sono associate con la Highway 66 per il fatto di essere sulla strada o poco distante da essa, ad esempio la benzina Phillips 66 ha preso parte del nome direttamente dalla strada. Alla fine degli anni venti due ingegneri chimici scelsero il tratto che attraversa l'Oklahoma per testare le qualità di una nuova benzina prodotta da una compagnia di Tulsa approfittando del fatto che si presenta piatto e senza curve. Il test andò particolarmente bene, tanto che il passeggero esclamò che l'auto andava a like sixty (A sessanta). Il conducente controllò il tachimetro e rispose che stavano andando like 66 (a 66). La combinazione del numero della strada e della velocità dell'auto dette il nome alla benzina che si chiama così anche oggi.

Cadillac Ranch

Il Cadillac Ranch è una scultura monumentale esposta all'aperto ad Amarillo, in Texas. Progettata nel 1974 da Chip Lord, Hudson Marquez e Doug Michelsdal, essa si compone di un allineamento di dieci auto rottamate di marca Cadillac, messe in modo da dare l'impressione di essere piantate nel terreno. Variopinte e dipinte da chiunque passi da quelle parti.

Bug Ranch

Bug Ranch: Cinque Maggiolini Volkswagen piantati nel terreno in Conway - Texas a ovest di Amarillo sulla Interstate 40.

Treno merci della Santa Fe lungo la Route 66

La musica

Nel 1946, il compositore jazz e pianista Bobby Troup scrisse la sua famosa (Get Your Kicks On) Route 66, dopo aver percorso di persona la highway per andare in California. Egli mostrò la canzone a Nat King Cole che la fece diventare uno dei più grandi singoli della sua carriera. Il titolo gli fu suggerito dalla prima moglie di Troup, Cynthia, che lo accompagnò durante il viaggio. La canzone più tardi divenne un pezzo del repertorio di Chuck Berry nel 1961 e fu incisa da molti altri artisti: The Rolling Stones nel 1964, Depeche Mode nel 1987 e Glenn Frey nel 2012.

Nat King Cole
Nat King Cole

Soprannomi

Con il passare degli anni, la U.S. Highway 66 ha ricevuto molti soprannomi:

  1. La Grande Via Diagonale — Subito dopo essere stata decisa la costruzione della Route 66 ricevette questo nome a causa del suo andamento diagonale al contrario delle altre Highways.
  2. Il corso dell'America — Pubblicizzata così dalla US Highway 66 Association per promuoverla. Il soprannome è stato reclamato anche dai supporters della U.S. Highway 40, ma il gruppo della Route 66ebbe maggiore successo.
  3. La strada madre — Così battezzata da John Steinbeck nel libro The Grapes of Wrath (Furore), il nomignolo è utilizzato ancor oggi.
  4. La Highway di Will Rogers — "Ufficialmente" chiamata così dalla US Highway 66 Association nel 1952. La targa che dedica la strada all'umorista è ancora dove era l'estremità occidentale a Santa Monica (California).

Wile E. Coyote e Road Runner

Wile E. Coyote e il Road Runner (Beep Beep o Bip Bip) sono personaggi delle serie Looney Tunes e Merrie Melodies della Warner Bros. Il Coyote è impegnato nel maniacale, e mai fruttuoso, inseguimento del Road Runner, molti credono che si tratti di uno struzzo (tanto che nei vecchi doppiaggi italiani e fumetti veniva chiamato Bip-Bip lo struzzo corridore), in realtà si tratta di un uccello dei deserti americani il cui nome scientifico è Geococcyx californianus, appartenente alla famiglia dei cuculidi e chiamato volgarmente Roadrunner (corridore della strada).

Il cartone è ambientato nelle gole della Monument Valley (confine tra Utah e Arizona).

Wile E. Coyote e Road Runner
Geococcyx californianus
Geococcyx californianus

Cars - Motori ruggenti

“Cars” e’ il film di animazione prodotto e realizzato dalla Pixar, poi assorbita dalla Disney, nel 2006 e celebra il mito e la grandezza della Route 66 e dell’era dei motori.

In questo clip Sally (Porche 911 Carrera) racconta a Saetta McQueen lo splendore e la decadenza del suo paese quando la Interstate 40 deviò tutto il traffico che scorreva lungo la Route 66 lasciandola deserta ed abbandonata come i paesi che ne costituivano la vita.

E’ uno dei momenti più toccanti del film sottolineato dalla musica di James Taylor (Our town), veramente un omaggio alla Mother Road ed un augurio affinché possa tornare allo splendore di un tempo.

Dalla mappa che compare il luogo e’ chiaramente ambientato nel tratto compreso tra Kingman e Seligman in Arizona.

Consigli ai viaggiatori

Naturalmente si può percorrere la Route 66 in entrambe le direzioni, ma viaggiare da Est ad Ovest e’ il modo più naturale ed entusiasmante, dal freddo e dalle nebbie dei Grandi Laghi verso il sole della California.

Si parte dal centro di Chicago e si arriva sul molo di Santa Monica, questo e’ il modo giusto di affrontare la Route 66.

Nessuno vieta di percorrerne solo alcuni tratti, ma non e’ la stessa cosa. La Mother Road non e’ fatta di pezzi, e’ una entita’ unica indivisibile.

Ognuno comunque e’ libero di sbagliare come vuole. Imparerete presto che le regole sulla Route 66 sono sempre personali e la trasgressione e’ la norma.

Non commettete l’errore di correre o di cedere alla tentazione delle Interstate, 2.400 miglia sono tante ma possono diventare 3 giorni di noia o 10 – 15 di gioia e sorprese.

Gustate tutto cio’ che la 66 ha da offrire e all’arrivo vi sembrerà sempre di aver fatto troppo presto.

Siate Viaggiatori non “turisti mordi e fuggi”, fermatevi spesso e raramente una sosta sarà stata una perdita di tempo.

Le piccole città offrono il meglio per alloggiare in modo confortevole ed economico.

Anche se un Motel di una catena nazionale e’ a portata di mano, esplorate prima quelli locali gestiti in prima persona dai proprietari e avrete sorprese entusiasmanti. Chiacchierate un po’ con il titolare e date prima un’occhiata alla stanza per essere più tranquilli.

Lo stesso per i ristoranti, ne vale la pena.

Poiché verrete subito individuati come viaggiatori, non rifiutate di scambiare impressioni con i locali, anzi chiedete informazioni sul tempo e sulla strada, la Route 66 e’ fatta di persone non solo di asfalto e cemento.

Attenzioni ai limiti di velocità specialmente attraversando i piccoli paesi, la vostra targa puo’ attrarre irresistibilmente lo zelante poliziotto locale che potrebbe non lasciarsi sfuggire la rara occasione di multare un cittadino di Chicago o di qualche altra grande metropoli come risulta dalla vostra targa.

Non diventate un suo ambito trofeo.

Alcuni quartieri delle grandi città possono essere poco sicuri specialmente a tarda notte. Cercate di evitarli ma comunque guidate sempre con sicurezza anche se vi siete perduti e non uscite dall’auto per chiedere informazioni se non di fronte a ristoranti frequentati o stazioni di servizio ben illuminate e dotate di personale.

Se non sapete proprio dove andare non girate in tondo, scegliete una strada diritta e larga e seguitela sino in fondo con fiducia, porterà pure da qualche parte dove poter chiedere informazioni o fare il punto.

Non mostrate mai di essere un turista sperduto anche se e’ esattamente la vostra situazione.

Comunque la pericolosità delle città americane e’ mediamente inferiore a quella riscontrabile in Europa. Nei piccoli centri lungo la Route 66 potete anche lasciare la macchina aperta.

I bar e i ristoranti che sembrano chiusi a prima vista, piccole finestre ed un ingresso poco visibile, si rivelano generalmente i piu’ accoglienti ed interessanti una volta all’interno.
Il segreto e’ controllare il numero di auto locali nel parcheggio per avere subito la percezione della clientela che li frequenta. I locali non per turisti non hanno alcun bisogno di farsi pubblicità, chi li frequenta da una vita sa benissimo se sono aperti e come si entra.

Lasciate perdere il menù o richieste strane, potreste irritare o mettere in difficoltà il gestore, chiedete sempre cosa c’e’ di buono oggi e scambiate due chiacchiere con la cameriera, soddisfazione garantita e prezzi onestissimi.

Se viaggiate con una auto a noleggio scegliete una compagnia a diffusione nazionale per non restare bloccati da qualche parte senza un’ immediata auto di ricambio dalla filiale più vicina.

Controllate accuratamente quanto vi costerà lasciare l’auto in un posto diverso da quello in cui l’avete noleggiata (Drop-off charge), diversamente potreste avere sorprese molto costose. Se possibile riportatela sempre al punto di partenza.

Le tariffe migliori si spuntano nei centri minori, Chicago e’ uno dei posti più cari in assoluto.

Non lesinate con le assicurazioni, sono generalmente care ma eviterete di rovinarvi il viaggio anche solo per un banale problema meccanico o di salute.

La Corvette e’ l’auto mitica della Route 66 ma e’ anche la più inadatta per un viaggio così lungo. D’estate si raggiungono temperature che mettono a dura prova anche i migliori condizionatori mentre in inverno le bufere di neve non sono infrequenti nel South West.

Il meglio e’ una comoda berlina di medie dimensioni e con un ampio bagagliaio, si tratta di trascorrevi in media 10 – 12 ore al giorno e il confort e’ indispensabile.

Non siate invadenti percorrendo strade private o fotografando cose e persone senza chiedere prima il permesso. Soprattutto gli indiani possono essere molto suscettibili se non si chiede prima gentilmente il loro consenso ed hanno ragione!

Lasciate fare certe cose solo ai Giapponesi, tanto li conoscono anche loro e non ci bada più nessuno.

Le iperboli sono una consuetudine in America e ancora di più sulla Route 66, vanno prese con il giusto senso dello humor.

Siate coscienti che quello vantato dall’insegna come “il miglior Hamburger del mondo” puo’ non essere diverso da quello che troverete in mille altri posti lungo la strada, fa parte del fascino e dello stile della Route 66.

State al gioco e non permettevi mai di contraddire chi ve lo ha cucinato, la libertà di pensiero e’ invece sancita dalla Costituzione.

Tra Chicago e Los Angeles troverete almeno un centinaio di posti che dichiarano di servire il “miglior caffè della Route 66″. Ognuno e’ libero di pensarla come vuole.

Se siete collezionisti o insaziabili raccoglitori di souvenir la Route 66 e’ il vostro paradiso ma non dimenticate che alla fine dovrete anche portarveli a casa e farveli entrare.

Non raccogliete nulla nella Foresta Pietrificata, i Rangers sono gentili ma molto attenti.

Appena fuori potrete acquistare di tutto dagli indiani per pochi dollari, spesso anche patacche indescrivibili spacciate per “Ossi di Dinosauro”. State al gioco ma non fatevi fregare.

E’ molto importante avere sempre una buona riserva di carburante nel serbatoio, almeno metà livello.

In Texas, puo’ sembrare impossibile, ma alla domenica le pompe di benzina lontano dalle Interstate sono chiuse ed in Arizona molte sono abbandonate e asciutte lungo la vecchia Route 66.

Anche se il viaggio e’ piacevole le miglia che si percorrono sono tante, fate controllare spesso il livello dell’olio e lo stato delle gomme. Doverne cambiare una in mezzo al deserto con oltre 40 gradi all’ombra, indicazione puramente teorica visto che non c’e’ , puo’ essere un’esperienza assai poco gradevole.

Viaggiando nei mesi estivi il condizionatore non e’ un optional ma parte integrante della vostra vita specialmente in New Mexico, Arizona e California. Usatelo con criterio e abbiatene cura.
Viaggiando sempre con una riserva di qualche litro d’acqua a testa, vi permetta’ di aspettare i soccorsi nel deserto come una entusiasmante avventura e non come una tragedia da dimenticare. Non ci lascia la pelle quasi mai nessuno ma ogni regola ha le sue eccezioni.

In caso di guasto all’auto in una zona desertica o poco frequentata, fermatevi al bordo della strada e appendere il fazzoletto piu vistoso che avete all’antenna della radio.

Attendete con fiducia i soccorsi che arriveranno in poche ore, magari chiamati da un aereo che pattuglia la zona.

Non avventuratevi fuori dalle strade statali o in ore notturne perché il soccorso potrebbe non arrivare che dopo moltissime ore o giorni.

Accettate aiuto con fiducia dagli automobilisti di passaggio, fuori dalle grandi città la delinquenza e’ praticamente inesistente e tutte le bande di rapinatori, tipo J. James, si sono estinte da oltre un secolo. Così assicurano tutti, deve essere vero.

Lungo tutto il percorso della Route 66 ma specialmente in Arizona e New Mexico capita di attraversare città abbandonate ed in rovina a causa delle nuove Interstate che le hanno tagliate fuori dal flusso del traffico.

Vi si respira un’atmosfera magica ed inquietante, il silenzio, rotto magari solo dal vento e dal cigolio di una vecchia insegna arrugginita, e’ quasi palpabile.

Non sono luoghi tristi da superare senza indugio ma parte integrante della strada e della sua storia e come tali vanno apprezzati per capire l’importanza della Route 66 per la gente che gli doveva la vita ed il lavoro.

Spesso queste Ghost Towns sono meno deserte di quanto si possa credere perciò non allontanatevi dalla strada, non entrate in edifici pericolanti od in cortili coperti d’erba, qualche abitante, uomo od animale, che vi sta osservando a vostra insaputa, potrebbe non gradirlo.

Ad Ovest dell’Oklahoma il Serpente a Sonagli non e’ un animale in via d’estinzione.

La radio non e’ solo un accessorio dell’auto ma parte integrante del viaggio.

Percorrere la Route 66 e’ come vivere un lungo film d’avventura e la colonna sonora e’ indispensabile per apprezzarlo sino in fondo. Le emittenti locali trasmettono un segnale di ottima qualità e coprono normalmente alcune centinaia di miglia ciascuna, quindi svariate ore di viaggio.

Ogni stazione ha una caratteristica ben precisa e definita, Country Music, Light Rock, Hard Rock, Jazz o altro e la pubblicità occupa solo pochi minuti ogni ora insieme alla previsioni del tempo e alle informazioni locali.

Viaggiando 10-12 al giorno senza la colonna sonora giusta puo’ diventare molto noioso e poi la pubblicita’ locale fornisce sempre informazioni aggiornate sui posti migliori dove mangiare ed alloggiare.

Assicuratevi prima di partire che anche gli altri compagni di viaggio abbiano gusti musicali compatibili col vostro, pena risse furiose in mezzo alla prateria.

Tranne che in alcuni tratti dell’Arizona tutta la Route 66 e’ servita da emittenti in FM. Le stazioni AM trasmettono normalmente poca musica e molto parlato, in gran parte sermoni di incredibili sette religiose, val la pena di ascoltarle di tanto in tanto per capire lo spirito e la mentalita’ della gente che vive sperduta nel profondo West.

Le radio sono un pezzo d’America molto importante come i Fast Food ed i Motel, a differenza delle emittenti televisive, spesso solo contenitori di spot pubblicitari.

Affrontate il viaggio muniti di una, meglio due, buone carte di credito, tipo Visa, Master Card o American Express.

Oltre ad assicurarvi una ampia riserva di denaro in caso di necessità, esse sono indispensabili per noleggiare l’auto e fare prenotazioni nei motel evitando inutili ricerche a tarda sera in posti sconosciuti e con tutta la stanchezza del viaggio sulle spalle.

Ma non basta, per la mentalità pragmatica degli americani i vostri documenti di identità non hanno molta importanza, non gli interessa chi siete ma se siete in grado di pagare per il servizio che vi forniscono.
Una buona carta di credito dimostra che avete “credito”, il passaporto magari di uno stato straniero e lontano, dice molto poco per loro.

La lingua o meglio le lingue che si parlano lungo la Route 66 possono essere un problema per chiunque la percorra, Americano, Inglese od Europeo che sia. Non e’ comunque il caso peggiore infatti gran parte della gente che si incontra vi si e’ stabilita da non più di una generazione quindi l’accento e’ ancora in buona parte comprensibile.

Molto peggio sono le zone di più antica colonizzazione lungo il Mississippi.

Un caso a parte e’ il Texas che si vanta di avere una sua lingua nazionale ed in buona parte e’ vero.

La gente comunque si dimostra cortese e paziente con il viaggiatore che parla con accento strano ed esotico e si riesce sempre a comunicare.

Dopo l’Oklahoma e’ molto usata anche la lingua spagnola anche se nella variante messicana e con molte parole prese dall’inglese e pronunciate a modo loro.

L’ultima raccomandazione, ma dovrebbe essere la prima, riguarda i compagni di viaggio coi quali si affronta la Route 66.

Viaggiare per oltre 4.000 Km in 10-15 giorni significa coabitare per almeno 10 ore al giorno nello stretto abitacolo della macchina, senza contare i pasti. La forzata immobilità, crisi di claustrofobia e furiosi “Odi di Viaggio” hanno rovinato a volte anche le amicizie più solide.

Non affrontate la Route 66 con un equipaggio sconosciuto o scarsamente affidabile, stabilite regole chiare e accettate da tutti prima della partenza. Concordate in anticipo anche le possibili varianti al percorso per non perdere ore a litigare ad un incrocio sperduto nel deserto.

Abbiate ben chiaro che, una volta iniziata l’avventura, i guai di ciascuno diventano guai di tutti.

Nel West usa abbattere i cavalli che si azzoppano per non rallentare la marcia del branco. Senza arrivare a questi eccessi prestate molta attenzione a non commettere stupidaggini che a casa farebbero ridere ma che oltre oceano possono anche diventare problemi seri per tutto il gruppo.

 

Documenti

E' indispensabile il passaporto (ovviamente con la data di scadenza successiva alla data di rientro in Italia!). Non occorre il visto se il soggiorno è inferiore a 90 giorni: per durate superiori oppure se ci si reca negli States per studio o lavoro è necessario richiedere il visto presso le ambasciate o i consolati USA in Italia. All'ingresso negli USA occorre compilare e consegnare il modulo verde I-94W che normalmente è distribuito a bordo dell'aereo: compilarlo con precisione non dimenticando assolutamente di mettere il proprio indirizzo in USA (è sufficiente indicare l'indirizzo del primo albergo in cui si soggiornerà). 
Una parte di questo modulo va conservato durante la permanenza in Usa e verrà poi ritirato dalla vostra compagnia aerea al check-in prima di ritornare in Italia. 
Se avete problemi all'estero (perdita del passaporto) rivolgetevi ad un nostro consolato o ad una nostra ambasciata.

 

Bagagli e restrizioni sui liquidi

Le vigenti norme in materia di sicurezza prevedono che il bagaglio sia sempre ispezionabile da parte delle autorità preposte. Durante tutti i voli da e per gli Stati Uniti e i voli interni è vietato chiudere con lucchetti o con chiavi a combinazione il bagaglio; eventuali forzature con danni non sono in alcun modo rimborsabili.

Sulle tratte intercontinentali sono previste modalità diverse a seconda della compagnia aerea utilizzata, si ricorda di richiedere specifiche informazioni al momento dell'imbarco del bagaglio.

Attualmente in commercio esistono lucchetti, fasce e addirittura valigie approvate dalla TSA (Transportation Security Administration), che è l'ente preposto alla sicurezza dei trasporti. Se si è in possesso di lucchetti TSA Approved (vedi logo nella figura qui sotto) o meglio ancora di valigie approvate dalla TSA, potete chiudere tranquillamente i propri bagagli senza patemi.

Siccome è obbligatorio viaggiare con valigie aperte, partendo dall'Italia è consigliabile incellophanare le valigie (tra l'altro c'è inclusa un assicurazione sul danneggiamento e smarrimento).

Per prima cosa occorre dividere i bagagli in due categorie: bagaglio a mano e bagaglio da stivare. Il bagaglio a mano è quello che ci si porta dietro sull'aereo, mentre il bagaglio da stivare è quello che si carica in stiva e si consegna al momento del Check in.

Per il bagaglio a mano è ammesso una borsa (trolley) del peso massimo di circa 5/7 kg e delle dimensioni che permettono di stare comodamente all'interno della cappelliera. La misura indicativa di un bagaglio a mano è di 55 x 40 x 25 cm o che cmq la somma delle tre dimensioni non superi i 120 cm. E' ammesso anche come bagaglio a mano in aggiunta, la borsa per il notebook e/o la sacca porta abiti (purché non abbia uno spessore superiore ai 20 cm) e/o le borsette delle donne.

Per quanto riguarda il bagaglio da stiva, solitamente è ammesso un bagaglio per persona, che nei voli intercontinentali può avere un peso massimo di circa 23 kg. Solitamente nei voli interni il peso massimo consentito è nettamente inferiore, o come certe compagnie aeree (Us Airways) fanno pagare una quota fissa per ogni bagaglio da stiva.

E' possibile stivare bagagli ingombranti come tavole da surf, sci, snowboard o altro ancora; si raccomanda che questi carichi ingombranti vanno consegnati in aeroporto in apposite aree adibite ai carichi ingombranti.

C'è infine una netta diversità tra la Economy Class e le varie Business , Premier ecc. In queste classi più costose è ammesso portare un po' di bagaglio, con una franchigia di peso attorno ai 30 kg.

Fate molta attenzione su cosa mettere in valigia.

Nel bagaglio a mano è consigliabile inserire tutto quanto di particolarmente prezioso vi portate dietro. Mai lasciare in stiva, valigie che contengono preziosi, orologi, regali di un certo valore, macchine fotografiche, chiavi. Nel bagaglio a mano è sempre meglio inserire tutte le vostre prenotazioni, i vari riferimenti degli alberghi, i numeri di telefono, insomma tutto quanto fa parte del vostro itinerario (guide e mappe comprese). Indispensabile avere sempre con sé l'indirizzo del primo domicilio negli USA, senza il quale all'Immigrazione non vi fanno passare.

Per chi necessita di medicinali, una farmacia di viaggio base (attenta cioè alle restrizioni imposte dalle norme attuali), qualche cambio di biancheria intima in caso di smarrimento bagagli, macchine fotografiche, videocamere, telefoni (spenti in volo), batterie, adattatore corrente. 

A seguito dell'inasprimento delle normative antiterrorismo, a partire dal 6 novembre 2006 sono state apportate notevoli restrizioni sul trasporto dei liquidi in volo. Queste restrizioni riguardano la minaccia terroristica costituita dagli esplosivi in forma liquida, ed è valida soltanto per i prodotti trasportati nei soli bagagli a mano.

In base a queste nuove norme è consentito portare a bordo, nel bagaglio a mano, solo una piccola quantità di liquidi, in recipienti ciascuno di capacità massima di 100 millilitri o di misura equivalente (100 grammi), che dovranno essere inseriti in sacchetti di plastica trasparente e richiudibili, di capienza massima di un litro oppure di dimensioni, ad esempio, di circa 18 cm x 20 cm.

Questi sacchetti dovranno essere presentati al controllo separatamente dal resto del bagaglio a mano. Per ogni passeggero sarà consentita solo una busta.

Nel bagaglio a mano, al di fuori della suddetta busta richiudibile, e se possibile limitatamente alla quantità necessaria per il viaggio, si potrà continuare a trasportare medicinali e prodotti dietetici come alimenti per bambini. Si informa che potrebbe essere necessario fornire prova dell'effettiva necessità di tali articoli, portate eventuali prescrizioni o certificati medici.

È possibile acquistare liquidi come bevande e profumi nei punti vendita aeroportuali, nei Duty Free oltre i controlli di sicurezza, sugli aeromobili e negli altri aeroporti comunitari. I prodotti acquistati presso i Duty Free e a bordo degli aerei saranno consegnati in appositi sacchetti, sigillati dal venditore, che si consiglia di non aprire prima di essere arrivati alla destinazione finale. In caso contrario, se si effettuano scali intermedi, i liquidi acquistati potrebbero essere sequestrati ai controlli di sicurezza.

 

Moneta

Per non avere problemi è consigliabile utilizzare banconote di taglio massimo di 20 $, poiché a volte non vengono accettati i tagli superiori.
La carta di credito è importantissima in USA, in quanto velocizza qualsiasi prenotazione, evita la presentazione dei documenti negli alberghi e sostituisce la cauzione in contanti nel noleggio di auto.
Le carte più diffuse cono la VISA, la MASTERCARD e la DINERS. Poco utilizzata l'American Express.
Accertarsi, prima di partire, di avere un massimale di spesa adeguato, in quanto il paio di milioni standard è ormai insufficiente; si può chiederne l'adeguamento alla propria Banca con congruo anticipo rispetto alla data di partenza.
Se fate viaggi lunghi prendete anche in considerazione di avere una seconda carta di credito... non si sa mai.
 
Diffusi ovunque i distributori automatici di contante (ATM, Automatic Teller Machines), dai quali si può prelevare sia con le nostre carte Bancomat (con commissioni piuttosto contenute) sia con le nostre carte di credito (con commissioni più alte).

 

Elettricità

Il voltaggio è di 110 Volts/60 Hertz, con prese di corrente che quasi sempre necessitano di un apposito adattatore a lamelle piatte che potete acquistare anche in Italia.


Pesi e misure

Lunghezze:
1 pollice (inch) = 2.54 cm
1 piede (foot) = 0.3048 mt
1 miglio (mile) = 1.609 km

Pesi:
1 oncia (ounce) = 28.35 gr
1 libbra (pound) = 0.4536 kg

Capacità:
1 quarto = 0.9463 lt
1 gallone (gallon) = 3.785 lt

Temperature:
50 F = 10 C
60 F = 15.6 C
70 F = 21.1 C
80 F = 26.7 C
90 F = 32.2 C

 

Benzina

La benzina disponibile ai distributori è di vario tipo a seconda del contenuto di ottani (regular, premium e super premium); non c'è comunque alcun problema ad utilizzare la più economica a 85 ottani. Il prezzo medio attualmente è di circa 4 $ al gallone, ma varia molto da uno stato all'altro a seconda delle tasse locali applicate. In Texas che come produttore fa i prezzi migliori.

Qualcuno dice che l’unico distributore (quello di Roy il ladrone) in mezzo al deserto Majave che la benzina arriva anche 8-10 $ al gallone. 

Attenzione! La manichetta della benzina e’ NERA e quella (rara) del gasolio e’ VERDE, non cascateci.

 

Circolazione stradale

E' indispensabile pianificare esattamente il proprio itinerario utilizzando un buon atlante stradale o qualche sito internet che vi permette di tracciare l'itinerario, perché quando si sbaglia può diventare complicato riprendere la strada esatta, specialmente nelle grandi città.

L'indicazione delle strade, specie fuori dalle città, viene fatta con numeri associati al punto cardinale in cui ci si dirige (North, East, South, West); i numeri pari si riferiscono a strade con andamento est-ovest, i numeri dispari indicano viceversa quelle con andamento nord-sud.

I numeri civici delle strade crescono di 100 numeri ad ogni block (isolato) che si passa.

Nelle Highways e nelle Interstate le uscite (exit) indicano un nome o un numero relativo alla strada che si va a prendere, più raramente indicano una località; è necessario conoscere esattamente la propria destinazione, per non prendere l'uscita sbagliata.

Le autostrade sono di solito gratuite, ad eccezione delle "turnpikes"; talvolta è necessario pagare un pedaggio per attraversare  alcuni ponti o gallerie.

Se trovate indicata una corsia "car pool" (c'è il simbolo di un rombo dipinto sull'asfalto) ricordate che per utilizzarla dovete essere almeno in due (o qualche volta addirittura tre) a bordo dell'auto.

La velocità massima sulle strade e sulle highways cambia spesso ed è importantissimo tenere d'occhio le tabelle che la indicano (sono dei cartelli bianchi con cifre in nero) per evitare di essere multati: raccomando di rispettare rigorosamente i limiti, soprattutto nei centri abitati.

Attenzione però che la polizia può essere ovunque, anche nelle Interstate, con il radar installato in auto che ti inquadra mentre passi.

Se proprio volete andare spediti sulle highways, senza rischiare multe, attaccatevi dietro un camion: il guidatore è informato via radio dove sono le pattuglie e i radar, per cui regola lui la velocità….

Quando poi si parcheggia prestare molta attenzione ai limiti di sosta che sono spesso scritti su microscopici cartelli ed in modo complicato: è facile sbagliarsi e vedersi l'auto rimossa con il carro attrezzi, in quanto l'applicazione dei divieti di sosta è particolarmente rigorosa.

Vi può aiutare molto il colore dipinto sul bordo dei marciapiedi: rosso significa divieto assoluto in qualsiasi momento del giorno, giallo significa che lo spazio è solo per veicoli autorizzati, come emergenze o furgoni per le consegne, bianco vuol dire che potete fermarvi solo per pochi istanti per il carico o lo scarico di persone, verde infine vi consente una sosta  la cui durata è specificata dai vicini cartelli.

Alcune regole stradali sono diverse dalle nostre, queste le più importanti:

  • negli incroci con lo STOP la precedenza viene data al primo veicolo che arriva;
  • salvo espresso divieto ("no red turn"), si può svoltare a destra con il semaforo rosso, dando comunque la precedenza a tutte le altre vetture che sopraggiungono;
  • nelle strade a più corsie è consentito sorpassare anche a destra, sia alle auto che ai camion.

Tra le regole da non dimenticare assolutamente ricordo quella di non sorpassare gli scuolabus fermi con i lampeggianti rossi accesi mentre caricano o scaricano i bambini, anche se state procedendo nella direzione opposta!

In ogni caso i pedoni sono sacri e tutti si fermano per dar loro la precedenza!
Attenzione anche alla posizione dei semafori; sono posizionati oltre l'incrocio, per cui fermatevi prima di impegnare l'intersezione delle strade!

Se vi dovesse capitare che dietro di voi un'auto della polizia accenda i lampeggianti e/o la sirena, accostate subito a destra, restate in auto con entrambe le mani sul volante e non scendete.

L'agente verrà da voi e vi chiederà i documenti; siate gentili e… auguratevi di non avere fatto fesserie!

Talvolta gli agenti si limitano a darvi una specie di diffida, registrando i vostri dati e la vostra targa: in una eventuale successiva infrazione saranno guai più grossi!

Comunque se prendete una multa è preferibile pagarla, altrimenti in alcuni stati si viene schedati ed in un futuro nuovo viaggio in quello stato potreste andare incontro a seri problemi.

Ricordo infine che in USA i tassi alcolici tollerati nel sangue sono notevolmente più bassi che da noi: basta bere poco per rischiare l'arresto!

In quasi tutti gli stati è assolutamente  vietato tenere contenitori di alcolici (birra compresa) sia aperti che chiusi all'interno dell'abitacolo (si possono tenere solo nel bagagliaio).

 

Shopping

La maggior parte dei negozi è generalmente aperta dalle 10 alle 19, anche se molti drugstore e alcuni grandi magazzini sono aperti 24 ore su 24.

I grandi centri commerciali sono aperti dal lunedì al sabato dalle 9 alle 18, ma al giovedì la chiusura viene posticipata di alcune ore (è lo shopping-day!).

Attenzione ai prezzi che sono sempre al netto delle tasse di vendita (sales tax) che variano secondo gli Stati dal 5 al 12%.

Un' ottima catena di supermercati è Walmart”, che pratica prezzi molto bassi e dove trovate tutto.

Ricordate che potete importare liberamente in Italia articoli il cui controvalore non superi i 175 € a persona; al di sopra di tale cifra  sarete tenuti a pagare IVA ed eventuali dazi.

 

Telefono-Internet

Per telefonare dagli Usa all'Italia il modo più economico è usare una scheda telefonica a scalare, in vendita ovunque sia in Usa che presso i nostri negozi Telecom.

Per chi telefona molto, viaggia in diverse nazioni o ha in programma un lungo soggiorno è più conveniente richiedere gratuitamente in Italia una carta telefonica (ottima la Call It” di Telecom) che consente il pagamento delle telefonate mediante addebito sulla propria carta di credito.

I cellulari (purché triband) funzionano molto bene (se in quella località c'è copertura!) e vi consentono di inviare e ricevere in pochi secondi anche SMS e MMS.

Consiglio vivamente di portare con sé un PC o uno smartphone, visto che in tutti gli alberghi e i motel c'è la copertura internet wireless, quasi sempre gratuita o con un modesto sovrapprezzo.

Considerate comunque che l'America è una nazione in continuo cambiamento, per cui talvolta alcune informazioni potrebbero rivelarsi errate (ristoranti che spariscono, negozi chiusi, variazioni degli orari dei musei, ecc.).

 

Cucina

Il cibo è in generale abbastanza buono e in ogni caso abbondante.

Talvolta gli accostamenti tra cibi in alcuni piatti sono un po' stravaganti per il nostro palato, per cui raccomando di leggere bene il menù prima di ordinare!

Per la colazione al mattino cercate qualche posto che vi serva un buon breakfast all'americana, che equivale quasi ad un nostro pranzo e vi darà forza fino al tardo pomeriggio; se siete nelle prossimità di una stazione di servizio segnalo la catena Subway”, specializzata in panini che vengono preparati in tempo reale in base alle vostre scelte!

Una discreta (per la media americana, non certo per le nostre abitudini!) catena di ristoranti dove troverete servizio al tavolo, pulizia, cordialità e buoni prezzi è Denny's”.

Le birre sono ottime, quasi sempre leggere: se possibile ordinate quelle prodotte artigianalmente che spesso sono migliori di quelle fatte nelle grandi fabbriche o importate dall'Europa. Tra le birre americane con gusto un po' più deciso è da provare la bostoniana Samuel Adams venduta quasi ovunque o la Alaskan Beer diffusa nel nord ovest.

Le pizze, spesso sono buone come da noi e comunque possono essere appetitose anche fatte alla loro maniera.

Le bibite costano meno dell'acqua, che è quasi sempre naturale o al massimo aromatizzata con lime o altro, mentre le frizzanti sono di importazione europea.

Gli alcolici, in quasi tutti Stati, vengono serviti solo se avete almeno 21 anni, per cui potreste sentire il cameriere che vi chiede un documento prima di portarveli al tavolo!

E'consuetudine lasciare una mancia al cameriere pari al 15% del conto (tasse escluse); alcuni ristoranti di un certo livello aggiungono automaticamente il servizio al totale.

L'orario della cena è piuttosto anticipato rispetto alle nostre abitudini: soprattutto nei piccoli centri si comincia il pasto serale già dalle 17 e talvolta dopo le 20 può essere impossibile trovare ancora la cucina aperta! Fanno eccezione le grandi città con i ristoranti più alla moda, che hanno orari simili ai nostri.

 

Abbigliamento

L'abbigliamento negli USA è molto informale, specialmente nelle località turistiche; la giacca e la cravatta servono solo nei ristoranti molto eleganti nelle città più grandi (se è obbligatorio lo scrivono anche nella loro pubblicità).

Evitiamo perciò di vestirci da "fighetti", visto che poi sembreremmo solo ridicoli e comunque ricordiamoci che per gli americani l'abito non è uno status symbol!

Occhio all'aria condizionata, sempre a pieno regime: quando fuori ci sono 35 gradi, dentro agli edifici ne troverete 18, per cui... attenzione ai raffreddori!

 

Costi

Un volo dall’Italia a Chicago con ritorno da Los Angeles costa 700-1500 Euro (andata e ritorno), un po’ di più in Agosto, molto meno tra Ottobre e fine Maggio.

Un'auto comoda (tipo Intermediate) costa apparentemente poco più di 200 $ alla settimana ma tra assicurazioni aggiuntive, tasse aeroportuali, federali, statali e locali, annessi e connessi si arriva al doppio. Chicago e’ la piazza più cara dopo New York, tanto per cominciare a capire come funziona il gioco della domanda e offerta da quelle parti. Poi c’e’ il balzello chiamato Drop-Off Charge se si lascia la macchina in un posto diverso da quello dove la si e’ ritirata, almeno 500 $ tra Illinois e California. La benzina 2 – 2,5 $ ogni quattro litri e le auto fanno più o meno 10 Km/litro se non avete il piede pesante.

Un Motel (tipo Motel6 per intenderci) costa da 60 a 90 $ per notte, ci possono stare 2 o 3 persone comode o di più se non amate la privacy. Si trovano motel anche più economici lungo la strada ma dategli prima una controllata, nessuno regala in America. A Las Vegas si alloggia in lussuosi Hotel per la stessa cifra ma attenzione perché il Venerdì e il Sabato i prezzi triplicano almeno.

Programmate bene il percorso. Prenotate sempre per non passare la serata a cercare l’alloggio con i compagni di viaggi stanchi e inferociti. Basta chiamare i numeri verdi delle catene Motel 6 o Motel 8 oppure Hilton e tutti sono felici e contenti.

Steak House a profusione e locali dove si cena abbondantemente con poco più di 20 $ a bocca. Lasciate perdere i ristoranti che si fanno chiamare Italiani ed il vino e’ un lusso inutile e non ne vale la pena. Attenzione a non bere alcoolici quando si guida, in molti stati c’e’ l’arresto immediato per questo reato. Molte assicurazioni non vi coprono se siete oltre i limiti di alcool nel sangue e spesso basta solo un bicchiere. Non ci scherzate perché da quelle parti loro non scherzano.

Gadgets e chincaglierie varie. Tutto ciò che trovate in America c’e’ anche da noi ad un prezzo spesso migliore, credetemi. Limitatevi ai souvenir piccoli e poco costosi, non fate investimenti in elettronica, i modelli che trovate sono spesso garantiti con difficoltà dagli importatori europei. Con il dollaro che ci ritroviamo e’ possibile fare affari ma valutate bene. Date un’occhiata ai vari Outlet Store che trovate lungo la strada, l’abbigliamento in effetti non costa poi tanto specialmente Jeans che loro considerano per nulla eleganti. Sono comunque affari vostri ma se qualcuno si fa prendere la mano dovrete comprare anche valigie supplementari che poi non vi caricheranno sull’aereo gratis. Occhio !

Il Rimborso delle Tasse sui prodotti acquistati che qualche venditore può garantirvi e’ puramente teorico. C’e’ un limite minimo molto alto e poi vi costringere a perdere ore in aeroporto riempiendo moduli incomprensibili. Lasciate perdere.

 

Programma di viaggio tipico

Per completare il percorso da Chicago a Los Angeles cercando di vedere (e capire) quello che si attraversa ci vogliono almeno due settimane facendo anche alcune doverose deviazioni.

Ecco un tipico itinerario, ognuno faccia come vuole!

Sabato: Partenza dall’Italia e arrivo a Chicago alle 16:30. Trasferimento in albergo

Domenica: Ambientamento e visita di Chicago

Lunedì: Partenza da Chicago (Illinois) lungo la Route 66 e arrivo  in serata a St. Louis Missouri

Martedì: St. Louis – Springfield Missouri

Mercoledì: Springfield, Galena (Kansas), Tulsa (Oklahoma)

Giovedì: Tulsa, Chandler, Oklahoma City, Elk City (Oklahoma)

Venerdì: Elk City, Texola, Amarillo (Texas)

Sabato: Amarillo (Tx), Tucumcari (N. Mexico), Santa Fe (N.Mexico)

Domenica: Visita dei pueblo indiani lungo il Kit Carson Trail

Lunedì: Santa Fe, Albuquerque (sosta), Gallup

Martedì: Gallup (NM), Foresta Pietrificata, Deserto dipinto, Meteor Crater, Flagstaff (Arizona)

Mercoledì: Grand Canyon, Monument Valley, Flagstaff

Giovedì: Flagstaff, Williams, Seligman, Kingman, Needles (California) serata a Las Vegas (Nevada)

Venerdì: Las Vegas (Nevada), Deserto dell Arizona,San Bernardino, Santa Monica (Los Angeles). Termine della Route 66

Sabato: Visita a Santa Monica, Hollywood, Beverly Hills, Venice. Partenza in serata da Los Angeles per l'Italia.

Domenica: Arrivo in Italia… purtroppo!

 

Tasse e mance

LE TASSE SUL CONSUMO

Negli Stati Uniti tutti i tutti i prezzi esposti negli ipermercati, motel, ristoranti e quant’altro sono privi di tasse che vengono puntualmente aggiunte al momento del pagamento alla cassa. Non e’ una furbizia ma una abitudine consolidata nel 99% dei casi e stabilita dalla legge.

Questo deriva dal tipo di tassazione americana sui consumi, molto di versa da quella europea alla quale siamo abituati. Per loro non esiste l’IVA che da noi incide spesso dal 10 al 20% e senza che noi ce ne rendiamo sempre conto, mentre un americano ha una percezione quotidiana delle tasse che paga sui consumi. Quindi non stupitevi se quello che sembra costarvi 100 al momento di pagare diventa 110 o anche 120.

Ma la cosa e’ ancora più curiosa e difficilmente comprensibile per noi e’ il fatto che lo stesso bene e’ tassato diversamente ed anche di molto, da luogo a luogo che magari distano poche decine di miglia.

Gli Stati Uniti, come dice il nome stesso, sono una Federazione di stati che conservano poteri e prerogative specifiche e le tasse sono un aspetto importante della loro autonomia.

Su ogni prodotto si paga dunque una TASSA FEDERALE uguale dovunque che a seconda dei prodotti può andare dal 3% al 7%.

Ogni stato aggiunge una aliquota sua (TASSA STATALE) più meno della stessa dimensione ma a volte anche più bassa in funzione del gettito che si prefigge ed e’ uguale in tutte le Contee di quello stato.

Ma non e’ finita, vi piacerebbe ! Ogni Contea, che equivale un po’ alla nostra Provincia, ha facoltà e se ne avvale, di esigere una sua tassa detta TASSA LOCALE che e’ estremamente variabile ma inferiore in genere alle precedenti. Poi ci sono tasse speciali e temporanee (TASSA SPECIALE) legate a spese eccezionali tipo la costruzione di scuole, asili o altro che incidono però molto poco ma ci sono.

Quando andate alla cassa vi trovate a pagare un importo maggiorato rispetto a quello scritto sul cartellino della percentuale delle tasse Federali + Statali + Locali + Speciali e non fate finta di stupirvi, e’ la legge. A Chicago si arriva ad un totale intorno al 20% ma lungo la strada difficilmente supererete il 10%. La nostra IVA resta imbattibile ed oltretutto non ce lo dicono nemmeno in chiaro.

 

LE MANCE (TIPS)

Altra cosa che non entra in testa ai viaggiatori italiani e’ che nei Ristoranti o anche nei Caffè nei quali si viene serviti (non da McDonald) si deve aggiungere al conto la MANCIA, ovvero il pagamento del servizio. Non e’ una donazione facoltativa alla cameriera simpatica che ci ha servito benissimo, nossignori, e’ il pagamento del personale che serve nel locale e perciò e’ una cifra DOVUTA. Si può solo giocare sulla percentuale che comunque non può essere inferiore al 10% se ci si e’ sentiti trattati male e arrivare anche al 20% nel caso opposto.

Quello che bisogna capire bene e’ che storicamente i camerieri non sono pagati dal locale nel quale lavorano ma sono in qualche modo lavoratori autonomi pagati dal cliente. A volte percepiscono un piccolo stipendio fisso ma quello che portano a casa a fine settimana e’ ciò che si sono guadagnati trattando bene i clienti del locale, insomma tra loro ed il proprietario c’e’ un rapporto non di dipendenza ma di collaborazione.

Se non lasciate nulla di mancia non solo non fate guadagnare il pane a chi vi ha servito ma paradossalmente gli procurate una perdita perché lui e’ tassato a forfait intorno all’ 8% del fatturato del locale (Entrata Stimata). Quindi lui paga le tasse su importi non incassati, ci rimette  e si arrabbia molto.

Quindi ogni volta che uscite a pranzo od a cena calcolate sempre che vi costerà il 10%-15% in più di quanto avete calcolato dal menù. Potete aggiungere il Tip anche nella ricevuta della carta di credito evitando così di tirare fuori cash se preferite, ma non fate i furbi, danneggereste una persona che lavora e che certamente non nuota nell’oro.

 

L’assicurazione sanitaria

E’ obbligatorio (o quasi), stipulare un assicurazione sanitaria personale per il viaggio.

Negli Stati Uniti non esiste un sistema sanitario nazionale e neppure prestazioni sanitarie gratuite. Ogni cittadino sottoscrive un'assicurazione malattie a suo gradimento, poiché è il singolo cittadino che deve farsi carico delle spese mediche e dei ricoveri ospedalieri. I costi dell'assistenza sanitaria sono elevatissimi, soprattutto se dovete esser ricoverati. Una banale visita (non specialistica) può costarvi fino a 500 $.

E' assolutamente obbligatorio per chi è in procinto di fare un viaggio negli USA, sia per lavoro che per vacanza, sottoscrivere un'assicurazione di viaggio che copra anche le spese mediche e sanitarie. Visto gli elevati costi del sistema sanitario è fortemente consigliato sottoscrivere polizze assicurative che, per le spese mediche, prevedano un massimale illimitato.

L'assicurazione la si acquista esclusivamente online, prima della partenza ed ha validità pari alla durata del viaggio (magari lasciate qualche giorno in più, non si sa mai). Queste assicurazioni, nei limiti previsti dal contratto, coprono le spese relative ai farmaci, visite mediche specialistiche, eventuali ricoveri, insomma tutto quanto riguarda la sfera della salute del paziente, fino ad includere costi legati all'invio di personale medico e addirittura il rimpatrio, il trasporto in caso d'emergenza, fino a soluzione che mai spero possano servire, di rimpatrio del feretro, spese per far venire un vostro congiunto al recupero di un deceduto.

Quasi tutte le compagnie assicurative che operano in questo settore, hanno delle centrali operative attive 24 ore su 24, con un apposito numero da chiamare, in caso di emergenza. Qui personale medico qualificato, risponderà alle vostre domande o richieste. Cosa fondamentale per poter aver successivamente accesso al rimborso dei costi sostenuti, è quello di farsi autorizzare dalla centrale operativa prima di effettuare visite, ricoveri e/o sostenere spese mediche.

Tenete quindi sempre a portata di mano il numero della centrale operativa e il vostro numero di polizza, chiamate in caso di emergenza per farvi autorizzare, effettuate la visita (o ricovero, acquisto di medicinali particolari ecc), tenete traccia di tutta la documentazione e quando rientrate in Italia, avviate la pratica per il rimborso delle spese sostenute.

Ci sono diverse compagnie che offrono questo servizio, ma si è potuto constatare che la migliore assicurazione nel ramo delle spese mediche, soprattutto per gli USA sono quelle offerte da Mondial Assistance e Europ Assistance.

Mondial Assistance (gruppo Allianz) si rivolge direttamente al Viaggiatore fai-da-te. Sfruttando la propria decennale esperienza come leader mondiale nelle Assicurazioni Viaggio, mette a disposizione dei pacchetti assicurativi studiati ad hoc che permettono di tutelarsi in svariate situazioni problematiche: malattie e infortuni in viaggio, assistenza sanitaria, furti o rapine, annullamento viaggio, perdita bagaglio.

Europ Assistance è presente in Italia dal 1968 e da subito è divenuta leader del proprio mercato di riferimento, quello dell'assistenza privata. Negli ultimi anni l'approccio di Europ Assistance al mercato si è evoluto con un'offerta personalizzata per famiglie, giovani, uomini d'affari e personale di aziende e soprattutto al ramo delle assicurazioni di viaggio.

Molto valide sono inoltre altre 3 compagnie assicurative, consultate i rispettivi siti di Columbus Direct, Europassistance ed ERV per dei preventivi gratuiti e confrontare costi e vantaggi di ogni singola assicurazione.

Columbus Direct è nata nel 1988 e finora ha assicurato oltre 2 milioni di viaggiatori. Presente sul mercato con assicurazioni viaggi di varie tipologie in oltre 45 paesi diversi. Per gli USA, copertura fino a 1 mil $

ERV è acronimo di Europaische Reiseversicherung è uno dei più importanti player mondiali dell'assicurazione viaggi, operando nel settore da oltre 100 anni. Leader del mercato tedesco, spagnolo e dei paesi scandinavi.

Travel Guard Chartis è l'assicurazione viaggio con un completo set di servizi e garanzie che assistono il viaggiatore prima, durante e dopo il viaggio. Il prodotti disponibili presentano il miglior rapporto qualità/prezzo disponibile oggi in Italia.

 

La Route 66 in moto

PER NON DIMENTICARE: In Illinois, Oklahoma e Missouri c’e’ tempaccio per almeno sei-sette mesi l’anno ed in Arizona e California i deserti sono forni crematori in estate. Quindi il consiglio e’ di programmare il viaggio da Maggio inoltrato a meta’ Settembre. Fate come volete ma non dite che non lo sapevate. 
Per fare una cosa come si deve ci vogliono 12-14 giorni, il programma ve lo ho gia’ indicato, insomma prevedete due settimane in tutto comprendendo arrivo e partenza da e per l’Italia.

Riducete al minimo il bagaglio. Non dimenticate che le moto hanno bagagliai piccoli e che dovete fare e disfare tutto almeno 30 volte. In tutti i Motel ci sono lavanderie a gettone con asciugature.

C’e’ chi preferisce farsi la strada in solitario e chi invece ama fare gruppo, decidete voi ma non andate all’avventura. Ci vuole sempre un itinerario ben stabilito e prenotazioni in anticipo almeno di qualche giorno. Diverse catene di Motel, Motel6, Super8 e altre, fanno sconti per prenotazioni multiple lungo il percorso, val la pena di approfittare.

Considerate un costo di mezzo euro al litro per la benzina, un accettabile Motel intorno ai 50 Euro a notte ed una cena accettabile 15-20 Euro, bevande alcoliche escluse.

 

Noleggio della moto

Il viaggio in solitario, a parte il passeggero naturalmente, apre orizzonti di avventura e sicuramente enfatizza il mito della Mother Road, su questo non ci sono dubbi. Però dovete essere disposti ad affrontare tutti i dettagli organizzativi e far fronte alle inevitabili difficoltà che si presentassero in oltre 4.000 km.  

Se invece decidete di aggregarvi ad un gruppo organizzato tutto diventa più semplice anche se un poco più costoso. Trovate tutto già pronto al ritiro della moto, avete un accompagnatore con il furgone che vi guida e vi trasporta i bagagli lasciandovi liberi dalle incombenze di trovare alloggio, vi semplifica i problemi linguistici, magari vi trasporta anche il passeggero che si e’ stancato, insomma tutto diventa semplice.

C’e’ anche una terza possibilità se siete un gruppo di Bikers (una decina almeno) ed e’ quella di organizzare in proprio il viaggio.

 

www.eaglerider.com

E’ la più grande compagnia di noleggio degli USA, hanno sedi in tutti gli stati, organizzano molti Tour guidati inclusa la Route 66 ma non concedono il noleggio singolo senza il pagamento di un costoso Drop-Off charge per il rientro del mezzo al punto di partenza. Un tour di 2 settimane con Harley e accompagnamento può costare oltre $8.000 per il pilota e molto meno per il passeggero. Comprende tutto tranne i pasti e le bevande. Le date sono fisse e ci si può iscrivere versando un congruo anticipo.

 

www.route66riders.com

Sono una compagnia di noleggio più piccola con sede a Los Angeles, ci si può ragionare anche per avere il mezzo a Chicago senza esagerati costi di trasporto e lasciarlo all’arrivo. Hanno buoni mezzi (sono in pratica la filiale Harley del sud della California) e chiedono per due settimane di noleggio intorno ai $2.500. Naturalmente non e’ compreso altro e conviene anche integrare l’assicurazione per evitare le franchigie ma la cosa diventa abbordabile. Niente accompagnamento, niente mezzo al seguito, insomma a parte il ferro tutto il resto va organizzato.

 

Ci sono poi alcune agenzie che organizzano dall’Italia questi Tour, spesso rivendendo però quelli americani, ma i siti possono essere un ottimo spunto per chi voglia farsi un’idea e non sia proprio esperto nella lingua inglese. 

http://www.atikamek.it/route-66.htm

http://www.qviaggi.it/stati-uniti-d'america/localit%C3%A0/route66/

 

Trasporto moto dall'Italia

Premesso che tutto si può fare e anche ammesso che qualcuno l’abbia fatto, se volete trasformare due settimane di vacanza in tre-quattro mesi di inferno, questa e’ la strada sicura.

In effetti c’era e forse c’e’ ancora una società tedesca che si occupa di questo ma con costi e disagi indescrivibili.

 

Se volete fare per conto vostro, la moto deve essere preparata al trasporto via container (vuotata di olio e carburante, imballata a norma, ecc.) e consegnata almeno quattro settimane prima al corriere compilando tutti i moduli per l’importazione temporanea negli USA... insomma un macello e costi alle stelle.

Naturalmente arriverà in un magazzino e ci vorrà tempo per recuperarla e rimetterla in strada, considerate almeno una settimana in più a Chicago ed una a Los Angeles per la spedizione indietro. Recupererete il vostro amato cavallo d’acciaio almeno un mese dopo, salvo impicci doganali. I costi non sarebbero bassi in ogni caso.

Non trascurate il fatto che le assicurazioni europee non includono gli USA nella “Carta verde” quindi bisognerà fare l’assicurazione e sperare di non avere guasti perché la garanzia… non si sa.

La ditta tedesca invece ve la spedisce in aereo come “bagaglio appresso” e si occupa delle formalità doganali e di magazzinaggio, con costi indescrivibili. La moto va consegnata in Germania e ritirata sempre oltralpe un mesetto dopo il vostro rientro.

La cosa potrebbe avere vagamente un senso se fatta da personale esperto di spedizioni internazionali e per conto di un gruppo numeroso di Bikers.

I nomi delle strade

Route: Nel sistema stradale non ce ne sono più, era il termine che definiva le strade a lunga percorrenza prima della riforma degli anno ’50. Ne sopravvivono alcune, la 66 per esempio ma anche la 51, per motivi affettivi ma senza un riferimento preciso alla loro funzione.

Highway: In generale qualunque strada che collega due o più città passandoci in mezzo con incroci e semafori. A volte piacevole da percorrere ma sicuramente non veloce. La mitica Ventura Highway tra Los Angeles e Ventura e’ stata ormai quasi completamente sostituita dalla US-101 per esempio. Il nome pare derivi dal fatto che il livello stradale era sopraelevato rendendola utilizzabile in qualunque stagione, problema non secondario all’epoca.

Expressway: E’ una Highway che però ha svincoli di uscita, rari semafori e quindi la si percorre con maggior velocità e sicurezza. Spesso i due termini definiscono parti della stessa strada

Parkway: E’ un termine diciamo “pubblicitario”, definisce una strada che attraversa zone naturalistiche con parcheggi per la sosta al centro oppure ai bordi.

Freeway: Il termine ebbe origine negli stati del West in polemica con quelli dell’Est che avevano istituito un pedaggio su molte strade a più corsie e di grande percorrenza. Si intendeva enfatizzare il fatto che invece ad Ovest le strade erano gratuite e questo era uno dei vantaggi per migrare. Niente succede per niente in America. Sono strade a grande percorrenza con uscite limitate e molte corsie, anche 6 per lato.

Interstate Highway System: E' il nome abbreviato del sistema autostradale degli Stati Uniti d'America. E' il nome abbreviato del sistema autostradale degli Stati Uniti d'America. La rete autostradale connette tra loro tutte le principali città degli Stati Uniti; a differenza di ciò che avviene in altri paesi industrializzati, per esempio in Europa, dove le autostrade non attraversano i centri storici ma al massimo le periferie, fungendo in tal caso da tangenziali, alcune autostrade statunitensi si addentrano nei centri urbani. Questo fatto è correlato al modello di espansione urbana diffuso negli Stati Uniti, nota come città diffusa, in cui l'automobile ad uso privato è il mezzo di trasporto più utilizzato. Molte di queste caratteristiche sono comuni allo standard autostradale di molti altri paesi: controllo degli accessi, completa assenza di intersezioni a raso e passaggi a livello, carreggiate separate e almeno due corsie per ogni senso di marcia.

Toll Road: Sono strade a pedaggio come le nostre autostrade ma molto meno care. Se ne trovano in aree urbane molto congestionate e servono a chi ha fretta e vuole pagare per fare prima. Praticamente le troverete a Chicago uscendo dalla città e poi praticamente mai più. Credo che ce ne sia una sola in California, un breve tratto tra Los Angeles e San Diego.

 

Le parole inglesi Highway e Interstate vengono spesso tradotte in italiano con lo stesso termine, autostrada. In realtà indicano due tipi di strade ben diverse in America. E' per questo che spesso, quando si chiedono indicazioni per una highway, nella maggior parte dei casi si finisce per essere indirizzati verso una strada simile alle nostre statali, e non verso l'autostrada come la intendiamo noi (che si chiama, interstate).

Suggestiva immagine della Interstate 70 nello Utah.
Suggestiva immagine della Interstate 70 nello Utah.
L'Interstate 5, in California.
L'Interstate 5, in California.
L'Interstate 355, che è a pedaggio, è una diramazione della Interstate 55.
L'Interstate 355, che è a pedaggio, è una diramazione della Interstate 55.

I Have a Dream...

Melinda Cowdery

"Fare un viaggio per vivere le atmosfere particolari e affascinanti della mitica Route 66... il simbolo stesso del viaggio, dell'avventura, il mito di tutti i motociclisti del mondo. Penso che rimarrà soltanto un sogno, ma a volte è anche bello solo aver sognato!" - (Dominic C)

 

 

 

Diario di viaggio

Se hai avuto qualche esperienza di viaggio lungo la Route 66 lascia un tuo commento, le tue impressioni, qualche consiglio utile per chi intende organizzare il viaggio.

 

Commenti: 1
  • #1

    Masticating Juicer (martedì, 16 aprile 2013 19:50)

    This informative article was just what I was in search of!

Questa pagina è liberamente condivisibile sui social e linkabile su qualsiasi sito senza bisogno di chiedermi l'autorizzazione. Non è però copiabile!

 

Se l'articolo ti è piaciuto clicca mi piace. Grazie!